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Il Latte Dolce non compra, la Torres ballerà da sola

Mario Carta
Il Latte Dolce non compra, la Torres ballerà da sola

Gli imprenditori: «Mai pensato di acquistare la società, volevamo aggiungerci». Gianluca Manca: «La serie B una visione? Vero, ma porsi un obiettivo è doveroso»

21 giugno 2018
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SASSARI. Quando si tira la palla dall’altra parte del campo per poter giocare bisogna che dall’altra parte ci sia qualcuno. Così la palla ieri è ritornata alla Torres. Salvatore Sechi, presidente del club rossoblù, martedì aveva respinto tout court il progetto e l’offerta di collaborazione del Latte Dolce per riportare in alto la storica società, imponendo agli imprenditori che guidano il sodalizio biancoceleste di acquistare la Torres entro 48 ore, e ieri è arrivata la replica. Concisa, semplice: no, non è questo che intendevamo.

«La collaborazione che avevamo in mente – ha fatto sapere ieri il Latte Dolce –, sarebbe dovuta nascere in un clima di piena e totale serenità collettiva. Non è mai stata palesata l’intenzione di acquistare la Torres: l’intento era quello di costruire, insieme, un progetto basato sulla condivisione di idee e obiettivi. Ciò detto, e in considerazione del clima che si è venuto a creare, abbiamo verificato che tale progetto è irrealizzabile proprio per la totale mancanza di condivisione dei idee e obiettivi. Indipendentemente dalla nostra volontà, non ci sono i presupposti per portare avanti il tipo di collaborazione immaginata. I tempi, lo dicono i fatti, al momento non sono maturi: in futuro chissà». E il Latte Dolce per voce di Gianluca Manca, approfondisce: «Abbiamo scoperto che la Torres è in vendita e non lo sapevamo – l’esordio –. Non ci sono i tempi per un’operazione simile, ma soprattutto è un’opzione che non abbiamo mai considerato. Noi volevamo andare a fare gruppo con la Torres, unirci a qualcosa di già esistente perché l’unione fa la forza. Se noi andiamo verso la Torres e Sechi va via non c'è sommatoria, e noi vogliamo unire le forze. Con Sechi, che quest’anno alla Torres ha fatto un lavoro grandioso. Con tutte le variazioni possibili al progetto. Poi, Sechi sa benissimo chi siamo. Siamo io e gli altri miei due soci di Matica, un’eccellenza in Sardegna e non solo nel software a livello industriale, i cinque di Abinsula e i dirigenti del Latte Dolce. Anche noi abbiamo unito le forze e quando parliamo non è che lo facciamo in dieci, ci rappresenta il presidente Fresu. Poi, se Sechi ci avesse dato retta quando a suo tempo abbiamo provato a contattarlo, senza invece... rimbalzarci, avrebbe conosciuto il progetto e gli imprenditori che lo sostengono. Abbiamo una visione, è vero, sogniamo la serie B ed è questo che fa un imprenditore: si mette degli obiettivi, altrimenti improvvisa». Il progetto resta in piedi per il Latte Dolce? «Ci proveremo ma tra il dire e il fare... Siamo ragionevolmente ambiziosi e porsi degli obiettivi è giusto però noi non ci chiamiamo Torres, ed è per questo che volevamo dare una mano a Sechi». Intanto, ieri ha preso la parola l’associazione Memoria storica torresina, che da parte terza a conclusione di un approfondito ragionamento rivolge un appello perché fra le parti «si instauri un dialogo costruttivo e duraturo, per il bene della Torres». Su Facebook la nota sta ottenendo un consenso trasversale.

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