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L’ottimismo del Pata: «Che gruppo»

Mario Frongia
L’ottimismo del Pata: «Che gruppo»

L’argentino Lucas Castro fa il punto sulla prima fase del ritiro: «Abbiano qualità importanti, possiamo fare bene»

08 luglio 2018
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ARITZO. «Il Mondiale? Mi piace la Francia ma tifo Russia. L'Argentina? Un disastro: serve una riflessione, a partire dal tecnico». Rapida digressione internazionale firmata Lucas Castro. La mezzala del Cagliari ha il piglio sicuro di chi sa di poter fare la differenza: «I ragazzi mi chiedono cosa pretende il mister. Oltre a coinvolgere tutti, chiede personalità e carattere, caratteristiche principali che vuole vedere dalle sue squadra: guai a dare l'idea che si parta sconfitti. Vuole combattenti che non mollano mai. Ma si troveranno tutti bene perché dietro l'allenatore c'è una persona per bene. L'obiettivo? Centrare la salvezza, poi, si vedrà». Lucas Castro sposa l'idea Cagliari («Mi è piaciuto il progetto e la voglia di fare») e ricorda le ultime due gare giocate con il Chievo contro i rossoblù: «Le abbiamo vinte entrambe ma avevo la sensazione che non stessero dando tutto quel che valevano. Adesso, dopo i primi allenamenti qui ad Aritzo ne ho avuto conferma: ancora non mi spiego come un gruppo con buone qualità tecniche abbia potuto soffrire tanto lo scorso campionato».

Capita. Ma si guarda avanti. Mix di potenza, fantasia e tattica, l'argentino classe '89, taglia corto. E spiega: «L'etichetta di pupillo di Maran? All'inizio mi pesava un po', ma la cosa mi lascia indifferente. Intanto, perché ho trovato ragazzi in gamba che hanno capito subito che non faccio parte dello staff tecnico ma del gruppo. Poi, perché ho sempre dimostrato sul campo cosa so fare. Cagliari è un'ottima opportunità per fare tutto molto bene. Che poi il tecnico mi conosca è solo un vantaggio».

El pata, come lo chiamano in patria, è serio e disponibile. «Il mio ruolo? Da mezzala sinistra posso dare il meglio. Ma se serve faccio il trequartista e gioco a cinque o a quattro in mezzo». In perfetto ambientamento, l'ex Chievo (25 gare, tre gol e altrettanti assist l'anno scorso, dieci gare fuori per infortunio) ripassa dal via. «Ho saputo dell'interesse del Cagliari quando ero qui in vacanza al Forte Village di Pula. Hanno pensato che la cosa non fosse casuale, ma la verità è questa: ho prenotato al Forte la scorsa primavera quando non pensavo di passare in rossoblù».

Sì ai Quattro mori dopo aver battuto altre big. «C'era anche l'Atalanta ma sono stati meno intensi del Cagliari: il presidente Giulini e il direttore Carli mi chiamavano, sapevo di ritrovare il mister. La scelta è stata rapida anche perché la società sta pensando al nuovo stadio e al centro sportivo. Una spinta per lavorare bene e stare tranquillo». Ma non è tutto. «Trovo un club con tanta storia, sono orgoglioso di indossare questa maglia anche perché rappresenta la città e la Sardegna».

Con Khedira e Milinkovic Savic come modelli, Lucas evidenzia una somiglianza: «Tra Chievo e Catania, il Cagliari somiglia, per qualità tecniche, ai siciliani». Si passa alle pagelle. «Tra i compagni conoscevo solo Cigarini, l'ho incontrato al compleanno del Papu Gomez. Ho visto Barella da vicino, ero convinto fosse forte adesso ne ho la certezza. Può andare molto lontano. Colombatto? Giovane, con grandi potenzialità. Ma tutta la squadra è forte e sono sicuro che faremo bene».

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