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Putin orgoglioso dei russi: fuori con onore, sono eroi

 Putin orgoglioso dei russi: fuori con onore, sono eroi

Il Cremlino e l’eliminazione ai rigori coi croati: gara bella, ce l’hanno messa tutta Evitata una semifinale con gli inglesi imbarazzante dal punto di vista diplomatico

09 luglio 2018
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MOSCA. Alla fine sconfitta fu, ma con onore. Partita come il grande rottame del torneo, la Russia del burbero ct Cherchesov è arrivata fino al quarti di finale – record assoluto per la Nazionale – ed è stata eliminata dalla Croazia solo ai calci di rigore. «È stata una partita bella e leale, i nostri ragazzi ce l'hanno messa tutta, siamo orgogliosi di loro: sono degli eroi», ha sentenziato il Cremlino. Vladimir Putin, per la verità, a Sochi non c'era, e a farne le veci è stato il premier Dmitri Medvedev, più avvezzo dello “zar” alla sconfitta. Ma, appunto, nessuna vergogna.

Il Paese era pronto ad impazzire di gioia in caso di vittoria, con celebrazioni ancor più massicce rispetto alle festa esagerata esplosa dopo aver battuto la Spagna agli ottavi, e tuttavia ha ripiegato la bandiera con dignità. Sul web, al di là di qualche sporadica battuta su Twitter («Gulag per tutti!»), persino una testata di opposizione come la tv Dozhd, aliena al nazionalismo imperante, ha pubblicato una foto della squadra con uno “Spasiba” – ovvero “grazie” – a caratteri cubitali. E forse è davvero meglio così, dato che la semifinale Inghilterra-Russia sarebbe stata un vero e proprio rompicapo politico, alla luce delle pessime relazioni fra Mosca e Londra e i perduranti strascichi dell'affaire Novichok (per quanto, più che Putin, a tirare un sospiro di sollievo probabilmente è l'inquilina di Downing Street, Theresa May, che ora dovrà comunque decidere se venire a sostenere la squadra, come Emmanuel Macron, o trincerarsi nel suo splendido isolamento).

Cherchesov, analizzando la partita, è stato lucido e onesto, finalmente oltre la retorica di rito. «Non avevamo nessuna possibilità di vincere la Coppa – ha detto – ma naturalmente siamo tristi lo stesso: credo che la cosa più importante sia il modo in cui uno esce dalla competizione e noi abbiamo mostrato il nostro valore, ce ne andiamo con orgoglio». Putin ha già invitato Ct e giocatori al Cremlino per «analizzare i risultati ottenuti» e, nella sua telefonata post match, ha esortato tutti a mantenere la «mente aperta» e a concentrarsi sui «prossimi passi». Alcuni giocatori, come Cherishev, autore di 4 gol, e Golovin, si sono messi in mostra durante il torneo e altri (il veterano Serghei Ignashevich e Alexander Samedov) hanno già dato l'addio alla Nazionale.

Il Mondiale intanto prosegue e a giocarsi un posto in finale allo stadio Luzhniki di Mosca (e Putin ci sarà: partita di apertura e di chiusura, alfa e omega del torneo) ora restano Francia, Belgio, Croazia e Inghilterra. A Russia 2018, insomma, l'Europa sul campo domina. Fuori dal campo un po’ meno.



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