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Il guerriero del ring rilancia Porto Torres

di Gianni Bazzoni
Il guerriero del ring rilancia Porto Torres

Festa a Balai dopo la straordinaria vittoria di Tore Erittu: fuochi d’artificio e tuffo in mare per un titolo italiano speciale

16 luglio 2018
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PORTO TORRES. Come i guerrieri, ferito ma vincitore. Acclamato dalla folla che l’ha incitato e applaudito, prima quando è stato in difficoltà davanti a un avversario giovane, tecnicamente valido e potente (Luca D’Ortenzi sarà dopo di lui il nuovo campione dei massimi leggeri, appena ne avrà la possibilità) e poi quando è andato in crescendo fino al momento in cui ha alzato le braccia al cielo. Commosso e felice per una impresa che solo nel pugilato - sport vero, dove non hai possibilità di nasconderti se non sei in condizione o sbagli giornata, perché ci sei solo tu sul ring e conta quello che fai - assume valori straordinari che trasmettono brividi anche a chi un match non l’ha mai visto neppure in tv.

Tore Erittu si è ripreso la cintura tricolore dei massimi leggeri, la categoria cruiser, quella più bella e coinvolgente, dove i pugni fanno male davvero e se non hai anche un grande cuore non basta infilare i guantoni per entrare nella storia. Oggi si può dire che i pronostici non erano per Tore Erittu, 38 anni (quasi otto più dell’avversario), un ritorno sul ring dopo una serie di salite faticose che spesso lasciano il segno. Ma il campione di Porto Torres ha sorpreso ancora una volta tutti e non ha scelto un luogo a caso per stupire. É voluto tornare a Balai per farsi proclamare campione d’Italia, in quello stesso posto dove il suo primo maestro e amico Alberto Mura (al quale Erittu ha dedicato la vittoria oltre che all’altro maestro scomparso Maurizio Zenoni) aveva dimostrato che il pugilato si può fare anche su un ring davanti alla spiaggia dove in passato c’erano stati solo concerti, sfilate di moda e attività tipicamente balneari.

«Il pugilato sta bene ovunque – diceva Alberto Mura – però bisogna fare le cose bene». Aveva ragione, e quello che ha seminato torna indietro con risultati che aiutano una città in crisi a rialzare lentamente la testa. Perché la boxe ha dato tanto a Porto Torres e alla Sardegna: storie di uomini veri che sono stati ripagati con nulla ma che sono stati orgogliosi di ciò che sono riusciti a fare in giro per il mondo.

Tore Erittu è tornato a Balai per fare il guerriero e cercare una vittoria sofferta e per questo ancora più bella, straordinaria perché per niente scontata, da incorniciare nella storia perché scritta da un uomo semplice che ha sempre detto di voler fare qualcosa per gli altri e non per se stesso: per la Sardegna e per la sua Porto Torres, innanzitutto.

Fuochi d’artificio come non si vedevano da parecchio nella baia di Balai, poi il tuffo notturno nelle acque di “casa” come promesso agli amici. Tutto come scritto in un copione nel quale Tore Erittu ha recitato il ruolo di regista e attore protagonista allo stesso tempo, senza mai nascondere le difficoltà. Un castello di speranze sorretto da un valore essenziale: quello dell’amicizia che ha riunito attorno al campione gli amici di sempre dai più umili che sanno fare e fanno tutto ai medici, maestri e collaboratori. Insomma, un team, senza il quale l’impresa non sarebbe stata possibile. Balai è una delle spiagge più belle, è nella top 50 della Sardegna. É un luogo sacro “culla della cristianità” perché qui - si interseca la storia dei martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario: decapitati, gettati in mare e i loro corpi riemersi poi proprio a Balai dove ogni anno - il 3 maggio - vengono accompagnati in processione i simulacri e restano nella chiesetta fino alla domenica di Pentecoste. Balai è una medaglia d’oro per Porto Torres. Uno dei luoghi dove gli eventi estivi illuminano il grigiore di un anno buio e silenzioso. Ora è anche simbolo della vittoria di un guerriero che ha fatto l’impresa per dimostrare che si può rialzare la testa. Sempre, senza piangersi addosso e pensare che se si organizza una manifestazione a Balai è un errore perché la città ha mille problemi da risolvere. Perché i soldi che servono per le case popolari o per coprire le buche, per le opportunità di lavoro e pulire le strade, non c’entrano niente con l’investimento di privati che rischiano in proprio e giocano una sfida coraggiosa. E allora, la vera riscossa può partire proprio da Balai e dall’esempio di un guerriero del ring.

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