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Parola di Cragno: «Vi faremo divertire»

Roberto Muretto
Parola di Cragno: «Vi faremo divertire»

Il portiere ha comprato casa in Sardegna e vuole crescere col club rossoblù: «Sono maturato e ho tante motivazioni»

26 luglio 2018
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INVIATO A PEJO. Cagliari è una tappa importante della sua carriera. Alessio Cragno, 24 anni compiuti nel giugno scorso, ha comprato casa nel capoluogo («così il legame con la Sardegna è ancora più forte»), spera di mettere radici in una città che gli piace, dove vive con la fidanzata Silvia. Il portiere rossoblù sa che quella appena cominciata è una stagione importantissima, quella che dovrebbe consacrarlo tra i migliori "guardiani" italiani. In Sardegna sta bene ma è normale che abbia delle ambizioni e sa anche che dipende tutto da lui. «Sono felice di essere in una società che ha delle ambizioni – spiega con la solita modestia –. Qui si fanno le cose per gradi ma ho capito che il club vuole diventare importante. L’esperienza dell'anno scorso ci ha reso più forti caratterialmente, abbiamo dimostrato di essere maturi, il rischio che ognuno pensasse solo a se stesso, era alto».

Mercato e nazionale. Cragno non si scompone. «Fa piacere che ci possa essere interesse nei miei confronti ma sinceramente sono concentrato solo sul lavoro e non penso ad altre cose. La maglia azzurra è il sogno di chiunque faccia questo mestiere. Sarà una conseguenza del mo rendimento. Davanti a me ci sono colleghi molto bravi e più esperti, io percorro la mia strada e provo a migliorarmi giorno per giorno».

Gli allenamenti. Il portiere si astiene dal fare confronti tra il passato (Dei) e il presente (Brambilla). «Ognuno ha i suoi metodi - sottolinea -. Ora adottiamo un sistema di lavoro che ci permette di vedere l'intensità delle sedute svolte, quanti sforzi abbiamo fatto, la velocità di reazione dei singoli. Dette così sembrano cose che hanno poco senso, in realtà sono fondamentali per mettere a fuoco pregi e difetti».

Modelli e ricordi. Da ragazzino ha sempre guardato con ammirazione i portieri a livello mondiale. «Sono sempre stato un fan di Buffon e Casillas. Apprezzo le qualità di Alisson e De Gea. Io? Non sono certo a questo livello, mi impegno per arrivare più in alto possibile, consapevole che non sarà facile, ma non credo di essere presuntuoso se dico che voglio ritagliarmi spazi sempre più importanti». Lo scorso campionato due gli interventi di Cragno che hanno fatto il giro del mondo. «Il rigore parato a Perotti - rimarca -, sono rimasto fermo fino all'ultimo e ho intuito dove calciava. Una soddisfazione in più perché fino a quel momento dal dischetto aveva sempre fatto gol. La parata più difficile? Quella su Viviani contro la Spal, un tiro deviato sul quale ho dovuto fare un gran balzo all’indietro per non subire gol».

Concorrenza e papere. Al Cagliari è lui il titolare, ma sa che "nonno" Rafael è un'insidia, così come lo è Aresti. «Fasolo piacere sapere di avere dei compagni bravi - ribadisce -, è uno stimolo in più, non ti rilassi. Siamo affiatati, ci aiutiamo. Sono felice di lavorare con loro». Sugli errori è sintetico: «Fanno parte del percorso di crescita di un portiere. Se sbagli, devi guardare avanti e non farti condizionare dall'errore. Devo migliorare nella gestione di alcune situazioni e nel gioco con i piedi».

Carattere. Ad Alessio non piace perdere mai. Nemmeno in allenamento. Essere competitivo è nel suo Dna. «È vero - ammette - anche nelle partitelle di calcio-tennis mi arrabbio se non vinciamo. Credo sia una cosa positiva, nello sport non ci si deve mai accontentare».

Il ritiro. Fila tutto liscio e ormai è agli sgoccioli. «Chi fa più casino? C'è un gruppetto - conclude Cragno - formato da Dessena, Sau e Barella che si prendono in giro a vicenda e scherzano sempre. A me questo piace, il loro modo di fare porta allegria nel gruppo».

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