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Addio a Gustavo Giagnoni, aveva 85 anni
OLBIA. Sport italiano in lutto per la scomparsa di Gustavo Giagnoni, uno dei più grandi personaggi che il calcio isolano abbia mai espresso. L’ex giocatore e allenatore si è spento ieri all’età di 85...
08 agosto 2018
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OLBIA. Sport italiano in lutto per la scomparsa di Gustavo Giagnoni, uno dei più grandi personaggi che il calcio isolano abbia mai espresso. L’ex giocatore e allenatore si è spento ieri all’età di 85 anni.
La morte di Giagnoni tocca da vicino in particolare Olbia, città in cui era nato nel 1933 e alla quale era rimasto particolarmente legato, nonostante abitasse a Mantova da oltre sessant’anni.
Dopo avere frequentato il seminario di Tempio, si era messo in evidenza con i colori dell’Olbia, vestendo la maglia bianca per tre stagioni, dal 1952 al 1955. Poi il passaggio alla Reggiana e dopo due anni l’approdo a Mantova, dove conquistò tre promozioni in quattro anni, sino ad approdare in serie A. Nel massimo campionato collezionò 141 presenze. La sua carriera di allenatore, se possibile ancora più travolgente, iniziò nel 1968. Guidò dalla panchina lo stesso Mantova, il Torino (dove nacque il mito dell’allenatore con il colbacco e dove diede vita e duelli epici con la Juventus), il Milan, la Roma e altre squadre, tra le quali il Cagliari, in due diverse riprese. La sua epopea come tecnico si concluse con un’ultima impresa, la promozione dalla serie B alla serie A con la Cremonese.
A piangere la sua scomparsa, oltre alla sua Olbia, è tutto lo sport italiano.
La morte di Giagnoni tocca da vicino in particolare Olbia, città in cui era nato nel 1933 e alla quale era rimasto particolarmente legato, nonostante abitasse a Mantova da oltre sessant’anni.
Dopo avere frequentato il seminario di Tempio, si era messo in evidenza con i colori dell’Olbia, vestendo la maglia bianca per tre stagioni, dal 1952 al 1955. Poi il passaggio alla Reggiana e dopo due anni l’approdo a Mantova, dove conquistò tre promozioni in quattro anni, sino ad approdare in serie A. Nel massimo campionato collezionò 141 presenze. La sua carriera di allenatore, se possibile ancora più travolgente, iniziò nel 1968. Guidò dalla panchina lo stesso Mantova, il Torino (dove nacque il mito dell’allenatore con il colbacco e dove diede vita e duelli epici con la Juventus), il Milan, la Roma e altre squadre, tra le quali il Cagliari, in due diverse riprese. La sua epopea come tecnico si concluse con un’ultima impresa, la promozione dalla serie B alla serie A con la Cremonese.
A piangere la sua scomparsa, oltre alla sua Olbia, è tutto lo sport italiano.
