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«È già una Dinamo formato Esposito»

di Andrea Sini
«È già una Dinamo formato Esposito»

Basket. Capitan Jack Devecchi, alla sua tredicesima stagione in biancoblù, parla dei primi giorni di preparazione

27 agosto 2018
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OLBIA. Il primo giorno non si scorda mai, e neppure l’ultimo, il penultimo e i precedenti. Per Jack Devecchi la campanella del primo giorno di scuola con la Dinamo ha suonato qualcosa come 13 volte. La prima nell’estate 2006, l’ultima mercoledì scorso, quando i biancoblù hanno iniziato il ritiro precampionato al Geovillage di Olbia. L’ala originaria di Graffignana, classe 1985, si tuffa nella nuova avventura con l’entusiasmo di sempre.

«L’inizio del ritiro è sempre un momento coinvolgente – dice Devecchi, che indosserà i gradi di capitano per la quarta stagione –. In questa fase siamo ovviamente tutti bravi e belli, iniziamo piano piano a conoscerci meglio, soprattutto con i nuovi, e ora dobbiamo mettere le basi per la nuova stagione. Abbiamo iniziato a caricare, sia con il preparatore Boccolini che con coach Esposito e il resto dello staff. Abbiamo già le gambe dure, insomma... C’è un grande entusiasmo e vedo un bello spirito».

Le sensazioni quando si parte sono sempre le stesse?

«Si arriva dall’estate e ci si rituffa nella nuova avventura. Bene o male le sensazioni sono sempre quelle: dopo tanto tempo senza basket vero c’è grande voglia di mettersi al lavoro. Come ho già detto, nei primi giorni siamo tutti bravi e belli e solo più avanti inizieranno a venire fuori le varie sfumature. È ovvio che la differenza la farà l’allenatore e coach Esposito ha già fatto vedere quale è la sua impronta».

Che tipo di approccio ha avuto coach Esposito?

«Lui è un ex giocatore, ha iniziato da subito a coinvolgerci con qualche piccola sfida, conosce qualche trucchetto per stimolarci e farci divertire. Ha un ottimo approccio con i giocatori, penso che gli venga facile visti i suoi trascorsi in campo. Si lavora duro, ma con il giusto spirito e con un pizzico di spensieratezza, che non fa mai male. Quest’anno le vacanze sono state molto lunghe e visto l’andamento non troppo esaltante dell’ultima stagioni serviva un approccio di questo tipo».

Ha avuto modo di parlare da capitano con i compagni di squadra o sono cose che si fanno più avanti?

«Siamo tutti professionisti, non c’è bisogno di mettere in chiaro nulla. Ho solo cercato di far capire ai nuovi dove si trovano e in quale tipo di realtà si stanno immergendo. Io solitamente parlo nei momenti di bisogno, in situazioni particolari. Spero che in questa stagione le cose vadano bene e non ci sia bisogno di alcun intervento “da capitano”».

Negli ultimi anni lei è sempre stato abituato a doversi conquistare ogni minuto in campo con le unghie e con i denti. Quest’anno, più che mai, la lotta si fa serrata.

«Ho parlato con il coach a maggio, quando è venuto a Sassari a fare una prima sessione di allenamenti e già allora lui è stato molto chiaro. Ha dimostrato di avere fiducia nei miei confronti, ma poi è chiaro che saranno gli allenamenti e le prestazioni in campo a convincerlo a darti più o meno minuti nelle rotazioni».

Nessuna paura di restare ai margini, in un roster così lungo e pieno di giocatori “sdoppiabili” in più ruoli?

«Assolutamente no, perché è sempre stato così. Nessuno mi ha mai garantito un minutaggio, come è giusto che sia: pian piano proverò a conquistarmi sul campo i miei minuti, in maniera assolutamente serena e con l’impegno di sempre».

Impressioni sui nuovi arrivati?

«Mi ha sopreso molto Jack Cooley, che è veramente grosso come sapevamo, ma ha un’agilità, una velocità e una facilità negli spostamenti che onestamente non pensavo avesse. È davvero bravo a usare il suo corpo».

Dal punto di vista caratteriale c’è qualcuno fuori dall’ordinario?

«Sicuramente Rashawn Thomas, che è davvero un fumetto, una caricatura. È senza dubbio il giocatore più frizzante, quello un po’ più casinista, che ravviva il gruppo, sempre con il sorriso. Davvero simpatico».



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