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Sos da Sorso: «Ridateci lo stadio»

Sos da Sorso: «Ridateci lo stadio»

La Piramide è chiusa per lavori, la società biancoceleste chiede aiuto al Comune

29 agosto 2018
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SORSO. Non è ancora una resa ma poco ci manca. Quello che arriva da Sorso è un segnale di allarme che non può essere trascurato per il prestigio della società e per l’importanza di un tema che va oltre la squadra romangina e coinvolge molte, troppe, società isolane. A una settimana dal fischio d’inizio della nuova stagione (domenica il Sorso giocherà in casa il primo turno della coppa Italia di serie D contro il Bosa) lo stadio “La Piramide” è chiuso per lavori di ristrutturazione. «Cui avevamo promesso che l’impianto sarebbe stato agibile per i primi giorni di settembre – spiega Beniamino Manunta, ex presidente e dirigente storico della squadra biancoceleste – e invece è tutto fermo. Per domenica ci arramgeremo giocando a Tergu, ma ho paura che dovremmo prepararci a giocare molte partite ospiti nei paesi del nord Sardegna».

Un problema, quello di Sorso, che si sta diffondendo a macchia d’olio (Castelsardo e Codrongianos hanno chiuso i cancelli dei loro stadi già dalla fine della scorsa stagione) ma che a Sorso è più grave perchè rischia di far saltare per aria una delle società più blasonate e seguite dell’isola. «Lo scorso campionato – spiega Manunta – abbiamo finito la stagione sapendo che lo stadio non era del tutto a norma e che c’erano alcuni lavori da fare. Parliamo delle uscite anti-panico, di due scivoli per le persone con disabilità e di alcune barriere un po’ datate da sostituire nella tribuna centrale. Nulla di particolarmente impegnativo e infatti l’amministrazione comunale si era impegnata a predisporre il bando per l’affidamento dei lavori indicando i primi di settembre come termine ultimo per la consegna. Invece i lavori sono fermi ed è difficile prevedere quando saranno conclusi. Il sindaco ci ha detto che farà pressioni con la ditta che si è aggiudicata l’appalto ma una cosa è certa: fare calcio senza strutture non è proprio possibile. Noi abbiamo una squadra in Eccellenza e cento ragazzini nella scuola calcio. Siamo convinti di offrire un servizio alla comunità e chiediamo all’amministrazione e a chiunque possa darci una mano di starci vicino».

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