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L’Academy chiama a raccolta Cagliari

Antonio Ledà
L’Academy chiama a raccolta Cagliari

Sardara lancia l’allarme sul futuro della seconda squadra sarda: «Senza l’aiuto del pubblico potremmo andare via»

08 settembre 2018
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SASSARI. «Siamo arrivati a Cagliari in punta di piedi e abbiamo riportato il grande basket in una città nella quale mancava da quarant’anni. Ci aspettavamo un po’ più di entusiasmo, ma non abbiamo perso le speranze». Alla vigilia della prima palla a due del campionato il presidente della Dinamo Stefano Sardara fa il punto sulla nuova stagione e sul “progetto Academy”, un’iniziativa elogiata dall’Italia del canestro senza distinzioni di bandiera ma che fatica a decollare.

Presidente che cosa sta succedendo a Cagliari?

«Cagliari è una città che ha dato tanto al basket ma che da quarant’anni aspettava di tornare sul palcoscenico della serie A. Noi l’anno scorso abbiamo lanciato il progetto Academy e abbiamo riportato la pallacanestro di alto livello anche nel sud dell’isola. E’ un progetto nel quale crediamo molto e che ha impegnato risorse e fatica. Devo dire che dal punto di vista sportivo le cose stanno andando come previsto mentre sta un po’ mancando il sostegno dei tifosi. Io mi aspettavo più entusiasmo».

Facciamo un passo indietro. Perchè la scelta di Cagliari?

«Per noi era la scelta più ovvia. Cagliari ha un bacino di utenza importante, ha un grande passato ed è il capoluogo dell’isola. Creare una sinergia tra la Dinamo e l’Academy è il modo per far crescere l’intero movimento isolano. La Dinamo ha la possibilità di far maturare i suoi ragazzi in un campionato di vertice e l’Academy diventa una bella palestra per decine di ragazzi».

E allora che cosa non va?

«Il progetto è valido e lo conferma il fatto che altre società stanno cercando di imitarci. La stessa Federazione ci ha fatto i complimenti indicandoci come un esempio da seguire. E’ mancato l’entusiasmo da parte dei tifosi cagliaritani»

Qualcuno dice che si aspettava di più anche in termini di ritorno pubblicitario e di sostegno istituzionale.

«Questo no. Dal punto di vista sportivo ed economico il nostro progetto era valido e lo è tutt’ora. Devo dire che anche le istituzioni - sia politiche che federali - ci hanno seguito con attenzione. No, il problema è proprio la mancanza di entusiasmo da parte dei tifosi. Il primo anno era comprensibile, il secondo un po’ meno».

Presidente quando pesa il fatto che lei sia sassarese? O meglio può essere che i tifosi cagliaritani fatichino a identificarsi in una squadra che non sentono del tutto loro?

«No, non voglio pensare al solito campanilismo Sassari-Cagliari. Questo è un progetto che fa comodo a tutti e a Cagliari conosco tantissimi tifosi della Dinamo. Io la vedo proprio come una mancanza di passione. Come se quarant’anni senza basket abbiamo anestetizzato anche il pubblico del palazzetto. Una cosa è certa: è difficile fare basket ad alto livello con meno di mille spettatori a partita. A Sassari il pubblico è il nostro uomo in più, mi auguro che possa diventarlo anche a Cagliari»

Sta mettendo in forse il futuro dell’Academy?

«Assolutamente no. Il campionato è alle porte e noi ci saremo con la speranza di arrivare il più in alto possibile. Mi auguro di vedere le tribune più affollate rispetto alla stagione scorsa, però è chiaro che a maggio tireremo le somme».

E’ vero che avete ricevuto offerte da altre città?

«Abbiamo ricevuto tanti complimenti e anche qualcosa di più. Il progetto è valido e attualissimo. Se Cagliari non è più interessata pazienza. L’Academy vivrà comunque a prescindere da dove giocherà. Certo una seconda squadra in Sardegna sarebbe più utile a tutti e io sono fiducioso che i tifosi lo capiscano».

A proposito di tifosi, a Sassari c’è grande entusiasmo per la Dinamo. E’ soddisfatto del lavoro fatto questa estate?

«Sono contento perchè abbiamo portato a Sassari giocatori importanti e un allenatore che sta facendo bene. Certo ci vorrà tempo e pazienza ma io ho molta fiducia nella squadra».

Che campionato si aspetta?

«Credo che il livello si sia alzato rispetto all’anno scorso. C’è la solita Milano che parte con i favori del pronostico ma vedo bene anche Avellino, Venezia, Roma, Trento e Bologna. Insomma sarà una stagione dura e noi cercheremo di farci trovare pronti».

L’anno del triplete è irripetibile?

«Quest’anno ci sono società che hanno budget impensabili appena qualche stagione fa. Noi cercheremo di difenderci facendo ricorso anche alla fantasia. Ecco perchè difendo il progetto Academy e perchè stiamo lavorando tanto sul marketin e sull’immagine».

Ci anticipa qualche dato?

«La campagna abbonamenti è andata benissimo e gli sponsr sono cresciuti del 22 per cento rispetto al 2017-2018. Le basi sono solide ma non possiamo rimanere fermi in un mondo che corre veloce».


 

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