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Italia dove sei? Mancano idee e cuore

Italia dove sei? Mancano idee e cuore

Passo indietro dei ragazzi di Mancini puniti da un gol di Andrè Silva. Inutile il pressing finale con quattro punte in campo

11 settembre 2018
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PORTOGALLO 1

ITALIa0

PORTOGALLO (4-3-3): Rui Patricio sv, Cancelo 6.5, Pepe 6, Ruben Dias 6, Mario Rui 6, Pizzi 6 (29' st Sanches sv), Ruben Neves 6.5, Carvalho 6.5 (41' st Sergio Oliveira sv), Bruma 6.5 (31' st Martins sv), Andrè Silva 7, Bernardo Silva 7. (12 Claudio Ramos, 22 Beto, 4 Neto, 5 Mendes, 16 Bruno Fernandes, 17 Guedes, 21 Cedric, 23 Gedson Fernandes). All.: Santos 6.5.

ITALIA (4-4-2): Donnarumma 6.5, Lazzari 5.5, Caldara 5, Romagnoli 5.5, Criscito 5.5 (29' st Emerson Palmieri 5.5), Chiesa 5.5, Cristante 5 (34' st Belotti sv), Jorginho 5, Bonaventura 5, Zaza 6, Immobile 5 (14' st Berardi 5.5). (1 Sirigu, 12 Perin, 3 Chiellini, 10 Insigne, 16 Benassi, 18 Gagliardini, 19 Bonucci, 20 Bernardeschi, 21 Barella). All.: Mancini 5.

ARBITRO: Collum (Scozia).

RETI: nel st 3' Andrè Silva.

NOTE Angoli: 11-6 per l'Italia. Recupero: 0' e 4'. Ammoniti: Criscito, Ruben Neves, Chiesa, Berardi e Pepe per gioco falloso.

LISBONA

Roberto Mancini cambia tutto o quasi, ma non l'Italia. E il suo declino che sembra inarrestabile. Lo schiaffo subito da un Portogallo senza tanti titolari (Cristiano Ronaldo in testa) e alla fine comunque vincente dà l'idea di uno sprofondo azzurro. L'1-0 finale firmato da Andrè Silva, un rinnegato della serie A, è la prima sconfitta ufficiale del nuovo tecnico, chiude un anno orribile senza neanche un successo in partite da tre punti e soprattutto inguaia l'Italia in Nations League. Con un solo punto dopo due turni e i restanti da giocare in Polonia e contro un Portogallo che ritroverà Ronaldo, il rischio di ultimo posto e retrocessione nel nuovo torneo Uefa si fa concreto. Senza guardare a guai così lontani, basta la serata storta di Lisbona a confermare quanto difficile sia la risalita. Mancini ha provato a cambiare verso con nove nuovi su undici, rispetto al pari di Bologna con la Polonia: il primo tempo aveva lanciato qualche segnale, ma alla fine l'inconsistenza di Immobile, il mezzo naufragio di Chiesa e le difficoltà del centrocampo hanno decretato che questa nazionale non fa gioco. Logica conseguenza, la difficoltà a segnare e la facilità nel pagare errori proprio.

Del tutto inedita la difesa, con l'esordiente Lazzari della Spal più Caldara-Romagnoli-Criscito da destra a sinistra, e anche in avanti a supporto di Immobile c'è Zaza e non Berardi o Bernardeschi: è più un 4-4-2 che un 4-3-3. Balotelli guarda dalla tribuna. Dall'altra parte, il Portogallo che fa esperimenti senza Ronaldo festeggia capitan Pepe che fa 100 in nazionale. Tra le conoscenze in campo ci sono i due terzini Mario Rui e Cancello, più Andrè Silva al centro dell'attacco. Chiesa si fa subito largo nella difesa portoghese, e al 1' va al tiro parato da Rui Patricio. Ma il Portogallo è più corto, più folto a centrocampo e soprattutto ha maggior tasso tecnico, segno che la generazione post CR7 c'é. Il gol del vantaggio della squadra di casa arriva dopo tre minuti della ripresa: Caldara perde palla sulla trequarti e Bruma si trova lanciato nel vuoto azzurro fino al limite dell'area, dove cambia gioco per Andrè Silva che stoppa guarda e batte Donnarumma. L'Italia va in soggezione e rischia di incassare in raddippio in più occasioni. Mancini cerca rimedi in panchina ma nemmeno l’ingresso di Berardi, Belotti ed Emerson cambia il film della partita. Le azioni più pericolose csno ancora del Portogallo e questo la dice lunga su una sudra apparsa senza idee e senza anima.

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