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Mai così in basso nel ranking mondiale

Un declino lento, inesorabile, inarrestabile. C'era una volta l'Italia campione del mondo, coi suoi alti e bassi, coi suoi pilastri inossidabili, ma è acqua passata, da techetechetè del pallone....

12 settembre 2018
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Un declino lento, inesorabile, inarrestabile. C'era una volta l'Italia campione del mondo, coi suoi alti e bassi, coi suoi pilastri inossidabili, ma è acqua passata, da techetechetè del pallone. Roberto Mancini raccoglie le macerie di un movimento in crisi, che non crede nei giocatori italiani (le big ne utilizzano dal 19% del Napoli nella rosa al 43% del Milan) ed è costretto a schierarli spesso fuori ruolo con un vorticoso balletto di esperimenti. Ci vorrebbe pazienza, ma il calcio attuale non può averne. L'Italia non vince una partita ufficiale da un anno (1-0 in Albania lo scorso ottobre), se si eccettua l'amichevole-allenamento con l'Arabia Saudita di maggio (successo per 2-1 degli azzurri). Nella nuova Nations League ha pareggiato con la Polonia, perso meritatamente col Portogallo senza Cr7 e ora rischia di retrocedere in serie B. Inoltre sta collezionando record negativi nel ranking Fifa dove è tornata 21esima, scavalcata dal Perù. Solo in altri due anni l'Italia non ha collezionato vittorie in competizioni ufficiali, nel 1958 e 1959. Nella sua storia centenaria l'altro periodo nero della nazionale è arrivato, infatti, con la precedente mancata qualificazione mondiale del 1958 di un movimento depauperato dallo choc di Superga, ma i posti disponibili erano di meno. I tonfi in Cile e con la Corea sono stati compensati dal successo agli Europei 1968, le mancate qualificazioni agli Europei del 1972 e 1976 sono state determinate da ostacoli importanti (il Belgio di Van Himst e l'Olanda di Cruyff), quelle del 1984 e 1992 sono state compensate da Mondiali sostenuti da protagonisti. Ora invece, dopo l'ultimo sprazzo del secondo posto agli Europei 2012 è crisi nera.

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