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«Il Cagliari può imbavagliare il Milan»

di Mario Frongia
Alessio Cragno
Alessio Cragno

Alessio Cragno racconta la sua prima convocazione in Nazionale e guarda avanti: «Dobbiamo essere tosti e cinici»

14 settembre 2018
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CAGLIARI. «Higuain, con Cristiano Ronaldo e Icardi, ancora a secco? Pazienza, speriamo si sblocchi la prossima domenica». Alessio Cragno ha il Milan nel mirino. Fresco di prima convocazione nella nazionale maggiore (“La canzone che spetta al debuttante? A cena a Coverciano ho cantato "Azzurro" di Celentano” racconta divertito il portiere del Cagliari), con la tensione giusta per affrontare il Diavolo.

Originario di Fiesole, classe '94, maturato nella Polisportiva Sieci, a 13 anni passa al San Michele Cattolica Virtus, la società dove sono nati anche Paolo Rossi e Barzagli, Cragno ha dalla sua una reattività fuori dal comune, tanta tenacia e un credo inossidabile: «Lavoro e concentrazione pagano sempre». Come dimostra la chiamata per il gruppo che ha sfidato Polonia e Portogallo per la Nations League. Una sconfitta e un pareggio, tante critiche per il neo ct Roberto Mancini. Il numero 28 rossoblù la prende larga: «È normale che per l'Italia, una delle nazionali più blasonate al mondo, ci si aspetti sempre il massimo. Ma quando apri un nuovo ciclo, con tanti giovani, serve tempo e molta pazienza. Da questo gruppo verranno soddisfazioni importanti».

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La convocazione era nelle aspettative? «No, non ci ho mai pensato. È stato molto emozionate dal primo all’ultimo giorno. Sono strafelice per la chiamata, arrivare nella nazionale maggiore è il sogno principale di chiunque giochi a calcio. Io l’ho centrato. Proseguo nel lavorare al massimo per il Cagliari e sto sereno».

Ha giocato in tutti team azzurri, c'è un flash speciale? «Ho iniziato dall'under 17, il selezionatore era Pasquale Salerno. Ero un ragazzino e ricordo tutto con molta gioia, era la mia prima maglia dell'Italia. Tempi, contesti e pressioni completamente diverse. La chiamata del mister Mancini è una cosa speciale». Da sportivo, qual è l'idea che si è fatto del gruppo? «Ripeto, serve pazienza e fiducia». Alessio, ha diviso la camera con Donnarumma? «No, con Barella. Con Gigio e gli altri del Milan, Romagnoli e Caldara, ci siamo dati appuntamento alla Sardegna Arena. Sono in palla, noi non saremo da meno». Cosa le ha detto Mancini? «Nulla di particolare, ci ha dato il benvenuto. Con Battara (preparatore dei portieri, ndr) abbiamo preparato le partite senza questioni specifiche individuali».

Cosa ruberebbe a Donnarumma, Sirigu e Perin? «Donnarumma è il futuro della porta dell'Italia. In A nessuno debutta a 18 anni per caso. E anche gli altri sono portieri maturi e completi. Penso a lavorare». Come si sgambetta il Milan? «Hanno Higuain ma vanno limitati anche Suso e gli altri. Sono fiducioso, con l'approccio mostrato con Sassuolo e Atalanta il risultato arriva. Dovremo essere bravi e cinici». Con Zeman Bonaventura segnò con un tiro cross. "Sono passati quattro anni e le cose sono mutate. Ho esperienza dopo tante gare e migliaia di allenamenti. Ero un esordiente, adesso leggo le cose con un'altra visione».
 

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