La Nuova Sardegna

ARBUS. Parola d’ordine: crederci. Soffrire ma crederci, sempre. Soprattutto se il match è difficile ed equilibrato come quello odierno. Il cocktail insaporito da un pizzico di fortuna è comunque perfetto e sufficiente per bruciare le speranze del Monastir Kosmoto, squadra ordinata e ben messa in campo dal giovane Nicola Manunza. E’ il marchio di fabbrica dei granata che fanno dell’intensità agonistica il loro cavallo di battaglia. Spesso anche ai danni di una manovra che negli ultimi trenta metri trova sempre enormi difficoltà. Il capolinea come sette giorni fa con l’Atletico Uri è al minuto 39 della ripresa quando Atzeni in un rapido capovolgimento di fronte supera in uscita l’estremo difensore ospite e mette in cassa tre punti fondamentali. Da segnalare le vibranti proteste ospiti per l’azione, a loro dire viziata da due grossolani errori nei quali sarebbero incorsi i collaboratori del signor Nurchi. Il match è equilibrato e vive di continui capovolgimenti di fronte da una parte orchestrati dai soliti Congiu, Paulis e Malandra dall’altra dalle iniziative di Tronu e Festa, ex di turno . Nella ripresa i granata premono con maggior decisione colpiscono un palo con Atzeni al 12’, rischiano però due volte con Tronu.

Gianni Vacca