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Si scrive Norbello si legge tennistavolo Festa con le azzurre

di Maria Antonietta Cossu
Si scrive Norbello si legge tennistavolo Festa con le azzurre

Il piccolo paese del Guilcer ha due squadre in serie A1 e ha ospitato per la seconda volta una gara della Nazionale

03 ottobre 2018
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NORBELLO. La fenomenologia del Tennistavolo Norbello spiegata con tre P: pazzia, passione, perseveranza. Già, perché se non hai quel pizzico di sana follia che ti fa credere nelle imprese impossibili, se non hai un fuoco che ti arde dentro e ti arrendi alle prime difficoltà, non arrivi a competere ai massimi livelli e ad avere, caso unico in Italia, le squadre maschile e femminile in A1. Ma il fenomeno sportivo nato attorno al traballante tavolo da ping pong di un circolo privato ha anche un nome e cognome: Simone Carrucciu, l'artefice della scalata della società di un paese con poco più di mille abitanti. Lui, cofondatore e presidente storico del sodalizio si schermisce: «C'è un gruppo di lavoro che segue e cura ogni aspetto dell'attività. E’ grazie al collettivo se abbiamo raggiunto i risultati». L'altro fattore X che ha determinato il successo della società gialloblu è il coraggio di rischiare e di investire in un progetto ambizioso. «Bisogna essere un po’ pazzi – annuisce Carrucciu –. Quando impegni risorse economiche e umane per intraprendere un'attività e fare programmazione che richiede qualità e assunzione di responsabilità, ti esponi a dei rischi d'impresa che senza un pizzico di pazzia non puoi correre». Non ci può essere che una follia visionaria dietro un sogno maturato in un contesto territoriale fortemente svantaggiato. «Quello di Norbello è un tessuto industriale povero, certamente non in grado di esprimere una fitta rete di sponsor privati che possano sostenere le società. Al contrario di quanto accade, ad esempio, nel Mantovano, dove ci sono miriadi di aziende capaci di supportare le squadre».

«Di contro, però, abbiamo due vantaggi – spiega ancora il dirigente –. Riesci a interfacciarti con più facilità con le istituzioni e a creare delle sinergie, pur con tutte le problematiche del caso, a cominciare da un intricato sistema burocratico e dai rischi correlati alla programmazione senza la sicurezza delle coperture finanziarie. A prescindere da questo, abbiamo nella Regione Sardegna il nostro principale sponsor. Poi continuiamo a ricevere il sostegno e la collaborazione del nostro Comune e un anno fa l'Unione del Guilcer ha scelto il Tennis Tavolo Norbello come suo testimonial».

Ne è passato di tempo dagli esordi, quando un gruppo di amici creò il primo nucleo di un'associazione dilettantistica e cominciò a organizzare i tornei amatoriali con i tavoli chiesti in prestito da altri club. I primi allenamenti nella palestra scolastica del paese, le successive migrazioni negli impianti dei comuni vicini e il ritorno a casa nel 2010, in coincidenza con l'inaugurazione dell' impianto di Norbello, dove un anno più tardi avvenne la consacrazione della squadra femminile, promossa in A1.

Nel 2013 fu emulata dalla formazione maschile e da allora è stata una lunga sequenza di affermazioni, compresa la gara per l'accesso agli Europei ospitata ieri. Ma al di là dei successi agonistici, il Tennis tavolo Norbello si è rivelato anche un fenomeno sociale. Il club coltiva la cultura dell'integrazione e incoraggia l’inserimento degli atleti con disabilità intellettiva e relazionale.

Non a caso la prima squadra paralimpica sarda di tennistavolo è nata qui. Tra i progetti che ne attestano l'impegno spiccano IntegrABILIamo, rivolto ai migranti del vicino centro d'accoglienza, e SportABILIamo, che incentiva la pratica delle discipline paralimpiche tra le persone con handicap.

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