La Nuova Sardegna

Sport

Il miracolo Lanusei? Tanto lavoro e l’aiuto dei tifosi

Il miracolo Lanusei? Tanto lavoro e l’aiuto dei tifosi

Il patron Daniele Arras si gode il primato della sua squadra: «Abbiamo un bel gruppo e l’intera Ogliastra alle spalle»

16 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





LANUSEI. Sei partite con quattro vittorie e due pareggi. Nessuno avrebbe potuto ipotizzare un avvio di campionato così brillante per una squadra che, nelle previsioni della vigilia non era certo nel gruppetto delle favorite per il salto di categoria. Invece il Lanusei si gode il suo momento e guarda tutti dall’altro in basso. Compreso quell’Avellino che avrebbe dovuto ammazzare il campionato e che invece insegue, con un certo affanno, nella classifica della serie D. Daniele Arras è il presidente più invidiato del calcio dilettantistico nazionale. La sua squadra è l’unica imbattuta nel girone G e vanta una delle migliori difese in assoluto con appena tre gol incassati in 540 minuti di gioco (più il recupero). Un miracolo? Arras preferisce parlare di «programmazione, tanto lavoro e un impegno costante sia sul campo che dietro la scrivania». Di certo c’è che il suo Lanusei sta diventando un modello da imitare.

Che effetto fa guardare tutti dall’altro?

«Un bell’effetto. Una sensazione nuova che ci godiamo sperando di andare avanti il più possibile».

Qual è il segreto del Lanusei?

«Bisogna partire dalla considerazione che il calcio sta cambiando. Non c’è più il presidente pigmalione che apre il portafoglio e spende all’infinito e dunque è necessario avere un approccio diverso, più manageriale e più attento ai costi e ai ricavi».

Voi come siete organizzati?

«Siamo una ventina di soci che si quotano ma, soprattutto, danno una mano nella ricerca degli sponsor, nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e con le altre realtà del territorio. Il Lanusei non è solo la squadra di Lanusei ma dell’intera Ogliastra. Un punto di riferimento per un’area vasta che si riconosce nella squadra e nella società».

Un altro segreto è la squadra. Come siete riusciti a costruire un gruppo così solido?

«Abbiamo un nuovo direttore sportivo e un nuovo allenatore e ci siamo affidati alle loro conoscenze. Abbiamo puntato su alcuni giocatori che conoscevamo già e abbiamo rinforzato la squadra con un paio di ragazzi che hanno scelto Lanusei come trampolino di lancio e sono arrivati con un carico di motivazioni importanti. Poi ci sono i giovani che sono stati scelti con attenzione e che si stanno rivelando determinanti».

Non è facile, soprattutto per chi viene da fuori, scegliere Lanusei che è un po’ un’isola nell’isola. Come vi siete organizzati?

«Effettivamente siamo distanti dalle grandi città, dai porti e dagli aeroporti. Ci siamo dotati di una foresteria e i ragazzi vivono come in una grande famiglia. Questo aiuta a far crescere il gruppo e l’autostima. E da noi sta funzionando».

Ha qualche suggerimento da dare alle altre squadre sarde di serie D?

«Suggerimenti no. Sono tutte bene attrezzate e sono sicuro che si salveranno. O almeno lo spero. Noi abbiamo già incontrato la Torres e, in coppa Italia, il Latte Dolce e il Castiadas. Mi hanno fatto una buona impressione e meritano, tutte, qualche punto in più rispetto a quelli che hanno. La Torres anche domenica è stata sfortunata, ma io spero che si riprenda. In fondo la classifica e molto corta e bastebbero un paio di vittoria per dare un altro sapore al campionato dei rossoblù».

A.L.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative