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I primi gol: codice etico e formazione

I primi gol: codice etico e formazione

L’ente di promozione sportiva scommette su due progetti di lungo respiro

24 ottobre 2018
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SASSARI. La tutela dei giovani atleti è la priorità assoluta in tutte le iniziative promosse dal Centro Sportivo Italiano. Per rendere più efficace questa direttiva tra le società sportive e i suoi operatori, si è fatto ricorso a due strumenti essenziali: il codice etico e il piano di formazione obbligatoria per gli allenatori. Nel mese di novembre del 2017 è stato pubblicato il nuovo Codice Etico del CSI Sassari. Si tratta di un documento finalizzato a mettere nero su bianco le linee guida di comportamento per coloro che gravitano intorno all’universo del Centro Sportivo Italiano. L’obiettivo è sempre il medesimo: favorire una crescita sana e equilibrata dei ragazzi, attraverso la realizzazione di un ambiente sicuro e privo di minacce.

«Dopo diversi confronti con i collaboratori del Comitato – dice il presidente del Csi Sassari, Giuseppe Porqueddu – abbiamo ritenuto indispensabile proteggere in maniera ancora più decisa i bambini impegnati nei nostri campionati. Da sempre poniamo i giovani al centro del nostro progetto, sono sicuro che con il Codice Etico riusciremo a limitare i comportamenti dannosi in campo e fuori».

Dalla stagione 2016-2017 è stato introdotto anche il piano triennale di formazione obbligatoria per tutti i tecnici di Scuola Calcio. Dal 2020/2021 chiunque sia sprovvisto di questo “patentino educativo” non potrà più accedere in panchina nei campionati CSI. Fino ad oggi le competenze erano quelle acquisite sul campo: una metodologia spesso copia e incolla da vecchie esperienze da calciatore o tratta da filmati di allenamenti di squadre professionistiche scaricati da youtube. Che sia arrivato il momento di cambiare rotta non lo dice il CSI, ma gli stessi bambini, spesso traumatizzati da figure autoritarie che urlano dalla panchina perché il loro tiro è troppo debole e non si infila all’incrocio, oppure perché non occupa perfettamente “lo spazio di gioco”. Partendo da queste esperienze sono stati costruiti i moduli di lavoro, che spaziano dalla psicologia del bambino alla gestione del rapporto con i suoi genitori, passando per gli schemi motori di base alle prime competenze di natura tecnica che un educatore deve avere. D’altronde, un genitore affiderebbe mai suo figlio a un insegnante che non sa scrivere?

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