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Dinamo col braccino, serve più intensità

di Andrea Sini
Dinamo col braccino, serve più intensità

Basket, il ko di Cremona rimanda in parte a quello dell’esordio a Reggio Emilia, con gli avversari più cinici nei momenti clou

06 novembre 2018
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INVIATO A CREMONA. La cura della sconfitta come stimolo per continuare a lavorare e come faro che illumini i punti sui quali è necessario intervenire. Nessun dramma e tanta carne al fuoco, in casa Dinamo, all’indomani della seconda sconfitta stagionale, incassata in casa della Vanoli Cremona. A tenere banco è naturalmente il doppio impegno ravvicinato di questa settimana, con le sfide interne contro Leicester (domani) e contro la capolista Venezia (sabato), ma coach Vincenzo Esposito e il suo staff sin dalla sirena finale di domenica hanno iniziato a confrontarsi su cosa è andato male e cosa c’è invece da salvare di quanto accaduto al PalaRadi.

A Cremona sono ricomparsi alcuni dei problemi che erano affiorati all’esordio in campionato a Reggio Emilia, per poi scomparire durante la lunga striscia di vittorie del mese di ottobre. Contro Travis Diener e compagni la Dinamo si è fatta trovare impreparata nel momento in cui gli avversari hanno dato un giro alla manovella dell’intensità: i rimbalzi offensivi dei primi due quarti, i cambi difensivi sistematici fatti per tutta la partita e una decisione enormemente maggiore nell’andare a conquistare tutte le “mezze palle” hanno fatto la differenza a favore della Vanoli. Che oltre a un’ottima prestazione a livello di squadra ha avuto dalla sua la grande quantità portata da Saunders (33 di valutazione), dalla qualità delle giocate di Ruzzier, che letteralmente trascinato i suoi nel secondo tempo, e dalle fiammate di un Crawford spesso letale. Tasselli profondissimi messi nell’economia di una partita nella quale i sassaresi non sono riusciti a sfruttare la pessima serata al tiro da fuori dei ragazzi di Meo Sacchetti (7/35 complessivo, con Ricci e Diener che insieme hanno fatto 0/12).

In tutto questo, a caldo coach Esposito ha “letto” e interpretato questi problemi con una possibile stanchezza mentale, dopo 7 vittorie consecutive, e un scarsa comunicazione tra i giocatori in campo nelle rotazioni difensiva. «Se non difendiamo nel modo giusto – ha sottolineato il tecnico casertano – molto spesso non attacchiamo con ritmo e intensità».

In aggiunta, rispetto alle gare giocate nelle ultime settimane, ai biancoblù è mancato completamente il cinismo che sinora aveva permesso loro di prendere sempre la svolta giusta tutte le volte che il match arrivava a un bivio. A Cremona, al contrario, con il match più volte impantanato, il Banco ha commesso ingenuità imperdonabili e non è neppure riuscito a trovare le stoccate dei singoli. Tra i principali stoccatori, soltanto Bamforth (male però in difesa) e Polonara hanno brillato, con l’ex Bilbao che si è però acceso solo un paio di volte, e l’ala marchigiana che dopo avere propiziato il break del terzo quarto non è stata seguita dai vari Petteway, Thomas, Pierre e Cooley, incapaci di imprimere una svolta vera al confronto.

Tutti argomenti che verranno vivisezionati dallo staff biancoblù, che dopo appena un mese di gare ufficiali ha già dato una fisionomia precisa alla squadra, ma che dovrà lavorare ancora molto per eliminare o limitare i difetti emersi a Cremona come a Reggio Emilia. Più che per un vero e proprio riscatto, le due sfide di questa settimana contro Riders e Reyer sono due occasioni importanti per mettere in pratica i correttivi.

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