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Rossoblù e tricolore: è sempre più italiano il Cagliari di Giulini

di Enrico Gaviano
Alessio Cragno
Alessio Cragno

Quarto posto in A per numero di non stranieri nella rosa: «Bisogna crederci ma soprattutto bisogna farli giocare»

08 novembre 2018
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CAGLIARI. In un campionato, quello di serie A, in cui gli stranieri sono in numero preponderante in moltissime squadre, il Cagliari brilla per la scelta forte di puntare molto sugli italiani. Sono 14 in rosa, meglio nel nostro campionato fanno solamente Frosinone, Parma e Spal.

Una scelta di cui è molto orgoglioso il presidente del Cagliari Tommaso Giulini. Che lunedì nel corso del Forum organizzato nella sede sassarese della Nuova Sardegna, con i suoi colleghi della Dinamo Basket sardara e dell’Olbia Marino, ha osservato: «Intanto, oltre a tesserarli e averli in rosa – dice – bisogna avere il coraggio di farli giocare. Noi in questi anni abbiamo dimostrato di averlo. Penso a Barella, su cui abbiamo puntato da tempo cioè da quando aveva 19 anni, o ancora ragazzi come Romagna, Deiola, Cragno. Tutti giocatori che hanno mostrato spessore, tante qualità. Ma se non li provi, se non cerchi di lanciarli nella mischia, rischi di perderli per strada, sprecando delle potenzialità notevoli».

E nei fatti, questo è un aspetto a cui il presidente del Cagliari tiene molto, moltissimo. Tanto che, racconta lui stesso «All’inizio di ogni partita mi prendo sempre la briga di contare quanti giocatori italiani schieriamo noi e quanti invece vengono schierati dagli altri. Devo dire – ammette con un sorriso – che la soddisfazione per me è immensa, perché a parte che con il Sassuolo un paio di anni fa, capita sempre che siamo noi quelli che in campo abbiamo il minor numero di stranieri».

Tommaso Giulini insomma non lo manda a dire ma sottolinea con forza che «è facile dire a parole che si aiuta il movimento e si dà una mano alla nazionale – dice il presidente del Cagliari –, in realtà lo puoi aiutare solo schierando giocatori italiani».

Il tutto si traduce per il presidente rossoblù in risultati tangibili. «Per noi– dice con orgoglio – è una grande soddisfazione il fatto che vengano convocati Cragno e Barella in azzurro. E dico anche che se avesse segnato alla Juve sarebbe stato convocato anche Pavoletti., Ma non ho certo perso le speranze ancora per Leo. Sono cose importanti per me, ma anche credo che gratifichino tutti i nostri tifosi».

La strada insomma è tracciata: il Cagliari vuole con i suoi giovani dare un segnale importante, dare una mano alla nazionale che non vive un gran momento. Puntare sui giovani è un dovere. Altri lo hanno fatto e i risultati si vedono: calciatori come i Donnarumma, i Bernardeschi e i Chiesa sono un patrimonio per il futuro azzurro. Italiani che possono dire la loro nei palcoscenici più importanti del calcio.

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