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Filippi sulla graticola ma adesso l’Olbia deve guardare avanti

Filippi sulla graticola ma adesso l’Olbia deve guardare avanti

Serie C, la figuraccia rimediata con il Gozzano fa molto male Il tecnico fa autocritica, ma la squadra non ha continuità

13 novembre 2018
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OLBIA. Salvate il soldato Filippi. Brucia, e chi lo sa per quanto ancora, la sconfitta contro il Gozzano. Perché un 1-4 contro una matricola è troppo pesante. Brucia, perché l’Olbia vista in campo è stata forse la più brutta da inizio stagione, nel momento in cui - invece - si chiedeva un processo di maturazione. E infine brucia perché cinque sconfitte in dieci partite sono troppe, e tre vittorie troppo poche, e questa squadra sembra conoscere la parola “continuità” soltanto se declinata al negativo: un mese fa si è arrivati a tre ko di fila, adesso sono già due. E il Pisa, prossimo avversario, ora sembra un muro invalicabile.

Ed è proprio Michele Filippi il primo imputato. Funziona così. Domenica la Curva Mare non ha risparmiato il suo tecnico, né quando ancora sul rettangolo si giocava né a giochi fatti. «I tifosi vivono per la loro squadra e so che le critiche nascono da un sentimento di amore per l’Olbia – aveva risposto l’allenatore dei bianchi a riguardo, nel dopo-partita –. Gli insulti li prendo e li porto a casa, è giusto così ed è giusto che io ci metta la faccia».

Alla domanda se si sentiva in discussione aveva risposto placido che «l’allenatore deve sempre sentirsi in discussione. Sono domande alle quali deve rispondere la società».

Già, la società? Il day after è stato di silenzio. Il presidente Alessandro Marino dopo aver visto la partita del Nespoli è volato fuori dall’isola per impegni lavorativi ed è tornato solamente ieri notte. Oggi, quindi, è previsto un primo punto della situazione e in questi giorni si capirà meglio la volontà del club. Ma c’è un “però”: l’Olbia ha giocato una brutta partita. Sì. Alcune scelte tecniche non hanno convinto. Sì. Però Filippi non va lasciato da solo con i suoi peccati, in campo è pur scesa un’intera squadra. E’ giusto evidenziare alcune prestazione a dir poco insufficienti: da Ragatzu ci si aspetta sempre qualcosa in più, e neanche Ceter ha brillato. A centrocampo, a parte Calamai, non ha convinto nessuno. Vallocchia nel vero momento del bisogno è rimasto nascosto nella sua ombra, Muroni si è limitato al compitino, Biancu resta un’incognita. Su Pinna e Cotali il discorso va diviso tra demeriti loro e meriti degli esterni del Gozzano. La tanto decantata coppia centrale, poi, è complice su tutti i gol subiti. Infine, viene difficile vedere Marson incolpevole quando il parziale è di quattro reti subite.

Sarà l’età, ma questo gruppo che si è sempre detto forte e coeso non dimostra di avere carattere, e non può vivere di sprazzi di bel gioco. Resta da capire se per la società è colpa di Filippi o è una (brutta) tappa del percorso.

Paolo Ardovino

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