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Stefano Sardara: «Il Banco è vivo, lo dimostrerà presto»

di Andrea Sini
Stefano Sardara
Stefano Sardara

Il presidente della Dinamo: «Rispetto al ko con Pistoia, a Trento ho visto tutto un altro atteggiamento»

27 novembre 2018
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TRENTO. Quattro sconfitte di fila e un permesso premio di una settimana; un mese nero alle spalle e nessuna faccia scura. Dopo il ko di Trento la Dinamo tiene i nervi saldi e preferisce assaporare la parte piena del bicchiere. Non pienissima, per la verità, ma Stefano Sardara continua a pensare positivo.

Presidente Sardara, come va il ritiro punitivo al Geovillage?

«Ma quale ritiro punitivo, noi di solito quello lo facciamo a dicembre...».

Però siamo a novembre e le sconfitte di fila sono quattro.

«Non siamo in crisi. La vera partita che abbiamo bucato clamorosamente è quella con Pistoia. Con Trento è stata un’altra cosa: tutti vedono la classifica e sottolineano che la Dolomiti era ultima. Ma loro, al di là della partenza falsa, hanno vinto tre delle ultime quattro gare. Insomma, perdere a Trento dal mio punto di vista ci sta».

Avete perso anche a Reggio Emilia e Cremona.

«Sorvolerei sull’esordio a Reggio, e per il resto - come ho detto - abbiamo toppato con Pistoia e perso in trasferta. Con due punti in più saremmo sesti».

Però qualche problema c’è. Anche perché la Dinamo vista sino a qualche tempo fa era ben altra cosa.

«Non dobbiamo banalizzare la situazione ma neanche esasperarla. Secondo me in questo momento serve calma e gesso, l’allenatore e la squadra devono poter lavorare con la massima tranquillità».

Nella sua gestione era già capitato di perdere quattro gare di fila. Stavolta cosa cambia?

«Ne abbiamo perso anche 7. Ci sono momenti in cui ti rendi conto che si sta lavorando in un certo modo. Ma al di là di come si lavoro, se a Trento avessi visto l’atteggiamento a livello di verve e di impegno che avevo visto con Pistoia, ora starei qua a fare altri ragionamenti. Così come li farei se avessi la percezione che la squadra non segue l’allenatore. Enzo si è anche messo in discussione, ipotizzando che ci fosse un tema “di squadra”. Invece, al netto del risultato, domenica la squadra ha giocato, ha fatto vedere le cose che sa fare in difesa, ha dimostrato di essere viva e di crederci».

Ma allora un mese fa cosa è successo? Cosa si è rotto?

«Rotto direi proprio nulla. a Inizio stagione siamo stati bravi a compensare le assenze di Smith e Pierre, ma quando devi inserire in un motore due cilindri nuovi l’operazione può essere complicata. E non solo: faccio un esempio per tutti: Thomas esce dalla G-League e praticamente non ha mai vissuto fuori da casa sua: è normale che in questa fase affronti momenti di up e di down. Non faccio paragoni, ma in passato abbiamo avuto giocatori fondamentali che all’inizio hanno faticato. Cito per tutti Shane Lawal. Ci sono situazioni che hanno bisogno di tempo per poter essere affrontate e sistemate. Abbiamo più di un problema da risolvere, l’ho detto ai ragazzi anche dopo la partita e sia il coach che il giemme lo sanno. Non dico che il tempo curerà tutto, ma curerà molte cose, con le correzioni che dovremo essere bravi a fare».

Significa che siete sul mercato? C’è qualche giocatore che rischia il taglio?

«Sul mercato ci stiamo sempre, siamo aggiornati e pronti a ogni eventualità e le valutiamo tutte. Ma io oggi in tutta onestà non mi sentirei di puntare il dito su un giocatore in particolare. Forse manca un raccordo, e sarà il caso interverremo, come abbiamo sempre fatto. Ma, una volta risolti i problemi anche a livello di testa e di leadership, sono certo che le cose cambieranno».

A proposito: ancora una volta manca un leader.

«Il leader lo fa il campo. Scott e Smith possono essere due leader, a modo loro. Forse ci manca ancora il leader di sangue, sempre per tornare allo Shane di quel famoso anno. Ma parlando con la squadra l’altra sera sono ripartito dall’ultimo quarto, nel quale qualcuno, come Cooley, ha fatto vedere di avere un certo tipo di garra. Ripeto, una settimana di riposo ci farà bene, perché stiamo anche correndo tanto. Ai ragazzi farà bene tornare a casa per un po’».

Domanda extra: che succede a Cagliari?

«Coach Paolini ha pagato per tutti e non certo per incapacità, ma nel momento in cui la squadra mostra di non seguire più l’allenatore, allora c’è un problema. A livello di mercato ci muoveremo immediatamente, c’è bisogno di fare correzioni e faremo di tutto per salvarci. Poi a fine anno ci fermeremo e decideremo cosa fare, perché il progetto Next Generation con l’under 20 cambia un po’ le carte in tavola».
 

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