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Tutti per uno, uno per tutti: così si va lontano

dall’inviato
Tutti per uno, uno per tutti: così si va lontano

Le stoccate dei solisti hanno fatto la differenza in un contesto di grande sacrificio e di collaborazione

11 dicembre 2018
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BOLOGNA. Non era una vera crisi, e non è chiaramente in atto una trasformazione in un clone del Cska. Battere la Segafredo era per la Dinamo un passo importante, forse indispensabile in questa fase della stagione, ma a fine gara bene ha fatto Esposito a frenare i facili entusiasmi: «non eravamo scarrafoni prima , non siamo diventati campioni adesso», ha detto il coach casertano nel suo solito linguaggio colorito.

L’approccio al match del PalaDozza, per dire, è stato abbastanza terribile: 23 punti incassati nei primi 6’40” sono troppi. Ma per tutto il resto il bicchiere è non pieno, ma pienissimo: dal modo in cui il Banco ha lasciato passare la tempesta del -9 (23-12), rientrando in partita con pazienza lungo il corso di tutto il secondo periodo, alla brusca accelerata data dopo l’intervallo, sino alla mirabile gestione della gara nei due momenti chiave, ovvero quando la Virtus ha disperatamente provato a rientrare: prima risalendo dal -11 al -2 (dal 55-66 al 69-71), poi ancora dal -11 al -6 (dal 69-80 al 74-80 a 1’53” dalla sirena finale). Nel primo caso il Banco ha ribattuto con un parziale di 9-0, nel secondo ha ricacciato definitivamente indietro i virtussini con un break di 6-0.

Almeno due gli aspetti chiave: da un lato l’intensità messa in campo da tutti gli uomini chiamati sul parquet da coach Esposito, con il sacrificio difensivo che ha permesso di tenere la Virtus ad appena 51 punti segnati in 33 minuti, dal 7’ al 40’. Dall’altro lato ha colpito la gestione dei possessi, quasi sempre lucidissima: poche forzature, tanti giochi in cui tutto il quintetto ha toccato la palla e soprattutto molta pazienza nel cercare, con un passaggio in più, il punto lasciato scoperto dalla difesa bolognese.

A livello di singoli, se è chiaro che il trio Bamforth-Smith-Cooley ha fatto la differenza, e Dyshawn Pierre ha battuto un colpo importante, vale la pena sottolineare l’ottimo lavoro fatto da Terran Petteway e Marco Spissu nel secondo tempo: il primo, mai veramente in partita, si è calato nei panni del gregario, piazzando tra l’altro la schiacciata che la Lega Basket ha votato come giocata della settimana; il play sassarese, in serata no al tiro, nonostante la mano fredda non ha perso né la fiducia né la lucidità in regia. È soprattutto questo che si intende, quando si parla di spirito di squadra. (a.si.)

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