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Una Dinamo da applausi si arrende solo all’ultimo tiro

di Andrea Sini ; w; Canestri, emozioni, schizzi di sangue. Botti e botte di fine anno al PalaSerradimigni, dove la Dinamo si arrende soltanto all’ultimissimo secondo dell’overtime contro l’Ax Armani Milano. Finisce 106-107 dopo 45 minuti di battaglia, con l’aggiunta (della quale si sarebbe potuto fare a meno) del corpo a corpo tra Petteway, Thomas e Gudaitis al momento dei saluti a centrocampo, con il centro milanese uscito dal campo sanguinante.
Una Dinamo da applausi si arrende solo all’ultimo tiro

La capolista Milano passa al PalaSerradimigni dopo un overtime e resta a punteggio pieno Partita bellissima e molto accesa, dopo la sirena breve parapiglia a centrocampo

17 dicembre 2018
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SASSARI. Canestri, emozioni, schizzi di sangue. Botti e botte di fine anno al PalaSerradimigni, dove la Dinamo si arrende soltanto all’ultimissimo secondo dell’overtime contro l’Ax Armani Milano. Finisce 106-107 dopo 45 minuti di battaglia, con l’aggiunta (della quale si sarebbe potuto fare a meno) del corpo a corpo tra Petteway, Thomas e Gudaitis al momento dei saluti a centrocampo, con il centro milanese uscito dal campo sanguinante.

Da mangiarsi le mani. La capolista fa dieci su dieci, i biancoblù di coach Vincenzo Esposito interrompono la marcia iniziata una settimana fa a Bologna ma confermano i grandissimi progressi fatti nelle ultime settimane: presi per mano da un Bamforth scintillante (32 punti, 9 nell’ultimo minuto dei tempi regolamentari), i biancoblù hanno tenuto testa a un’Olimpia cinica, tosta e decisa a non interrompere la serie positiva. La Dinamo, che ha dominato a rimbalzo (57-36, con un clamoroso 2 negli offensivi concessi), può recriminare su alcuni errori commessi in attacco nel finale e su un arbitraggio non certo casalingo (Milano ha tirato 47 tiri liberi contro i 28 dei sassaresi), che non ha avuto il coraggio di fischiare un antisportivo solare a James a 7 secondi dalla fine e che, soprattutto, ha fatto una confusione tremenda per tutti i 45 minuti.

Il grande equilibrio. Milano è stata quasi sempre avanti, è scappata due volte a +11 (34-45 e 52-63), ma ha sempre trovato una grande reazione da parte dei biancoblù. Capaci di rientrare dal -7 (82-89) a 1’30” dalla fine dei tempi regolamentari e poi di restare ancora attaccati al match sino all’ultimissima azione, con il tiro della vittoria fallito da Pierre da metà campo.

Il più e il meno. Come già al PalaDozza, la Dinamo ha giocato tanto di squadra, trovando un buon contributo praticamente da tutti gli uomini schierati, ad eccezione di Terran Petteway: l’ala americana appare sempre più un elemento a sè, che oltre a non essersi mai messo in ritmo ha ancora una volta spadellato clamorosamente (2/9 complessivo). La sensazione è che quando il Banco riuscirà a risolvere questo “problema”, o con il taglio o con il recupero completo dell’ex Pistoia, sarà davvero pronto a spiccare il volo. Da applausi anche la prestazione di Jack Cooley, che con 17 punti, 19 rimbalzi e 8 falli subiti ha dominato l’area colorata sfiorando una clamorosa tripla doppia. Impresa sfiorata anche da un favoloso Mike James, che avrà anche avuto la mano fredda (0/6 da 3) ma ha fatto davvero di tutti, chiudendo con 19 punti, 15 assist (!)e 9 falli subiti. Onore al merito di Milano, dunque, ma anche alla tenacia del Banco di Sardegna. L’occasione per il riscatto è immediata: mrcoledì arriva Varese per il derby di coppa.

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