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Un’impresa solo sfiorata ma il Banco si è ritrovato

di Andrea Sini ; w; Un bastimento pieno di complimenti, un container pieno di buoni segnali e un feeling con il pubblico pienamente ricostruito. Dai fischi per il disastro contro Pistoia, agli applausi convinti – nonostante la delusione cocente – dopo la sconfitta all’overtime contro Milano. Un mese esatto dopo avere toccato il punto più basso, la Dinamo è tornata al palazzetto con un’altra faccia e un atteggiamento completamente differente. Due gare da oltre cento punti, zero vittorie raccolte, ma stavolta c’è davvero di che essere ottimisti.

Basket, la delusione per il ko contro Milano non cancella i passi avanti

18 dicembre 2018
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SASSARI. Un bastimento pieno di complimenti, un container pieno di buoni segnali e un feeling con il pubblico pienamente ricostruito. Dai fischi per il disastro contro Pistoia, agli applausi convinti – nonostante la delusione cocente – dopo la sconfitta all’overtime contro Milano. Un mese esatto dopo avere toccato il punto più basso, la Dinamo è tornata al palazzetto con un’altra faccia e un atteggiamento completamente differente. Due gare da oltre cento punti, zero vittorie raccolte, ma stavolta c’è davvero di che essere ottimisti.

Un passo avanti. Dopo quattro trasferte di fila (Szombathely, Trento, Bologna e Groningen), inframezzate dalla “salutarissima” settimana di sosta, la squadra di coach Vincenzo Esposito ha dato parecchio filo da torcere alla capolista imbattuta della serie A. Dieci vittorie in dieci gare, due elementi del calibro di Tarczewski e Bertans parcheggiati in tribuna per il turnover, un tasso di talento da playoff di Eurolega: per battere un’Ax Armani di questo livello sarebbe servita una Dinamo perfetta. Bamforth e compagni invece sono stati poco meno che perfetti e questo non fa altro che accrescere la sensazione di fastidio per un’impresa inseguita per 45 minuti e poi sfumata.

Errori&recriminazioni. Al di là del rammarico per una direzione arbitrale sfortunata, diciamo così, la Dinamo ha pagato a caro prezzo alcuni errori commessi nei momenti topici della gara: per esempio lo 0/2 dalla lunetta di Cooley nell’overtime, o i tre “pasticci” combinati da Thomas in attacco in quel finale incandescente. Si può discutere anche del modo in cui il coach ha spalmato i minuti delle ali (tra i 30’ di Thomas e i 17’ Polonara forse si sarebbe potuta trovare una via di mezzo), ma nel complesso, tenendo conto della portata dell’avversaria, la Dinamo esce da questo confronto nel complesso più forte e sicura di prima.

Il caso Petteway. Zuffa finale a parte, l’ala biancoblù continua a restare “dentro una buca”, secondo la definizione di Esposito. Il coach sta provando in tutti i modi a motivarlo ma lui, oltre a non imbroccarne una (domenica 2/9 al tiro, con un paio di triple aperte fallite che avrebbero potuto spostare l’equilibrio), troppo spesso appare come un elemento scollato dal contesto di squadra. Senza contare che il suo trash talking, il suo continuo sfidare gli avversari, non ha il minimo senso se non quello di creare negatività.

Missione Final Eight. Il paradosso è che la classifica si sta facendo sempre più complicata. La quota Final Eight è appena 2 punti più su rispetto agli 8 che la Dinamo ha incamerato sinora, ma nelle retrovie hanno iniziato quasi tutti a marciare spediti: a quota 8 ci sono Brescia, Sassari e Pesaro, a 6 c’è un gruppone formato da Cantù, Torino, Pistoia, Trento e Reggio Emilia. Il che significa che dopo 10 giornate di campionato, tutte e 16 le squadre del campionato hanno qualche chance di staccare un biglietto per la fase finale della Coppa Italia. Come dire: da qui a cinque gare, ogni singola partita di serie A sarà di fatto uno scontro diretto.

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