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L’Olbia si batte, ma vince il Piacenza

L’Olbia si batte, ma vince il Piacenza

La capolista va quasi casualmente in vantaggio e poi tira su le barricate per arginare il ritorno dei padroni di casa

24 dicembre 2018
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OLBIA. Babbo Natale è passato a Olbia ma il regalo lo ha lasciato solo al Piacenza. La sfida del “Nespoli” la vincono gli ospiti, che condannano un’Olbia che dire in crisi sembra un eufemismo. Terza sconfitta consecutiva, nona partita senza vittoria. Questa volta niente debacle, i fantasmi di Novara sono passati, la prestazione vista in campo non è stata negativa. Ma non basta. Ancora un ko di misura, e la classifica diventa ancora più buia.

Carboni sceglie la via del 4-3-1-2 di “Filippiana” memoria, ma cambia le carte in tavola. Biancu stavolta agisce da interno di centrocampo mentre sulla trequarti si muove Piredda, dietro le due punte Ragatzu e Ceter. Tra i pali la scelta ricade un po’ a sorpresa su Crosta al posto di Marson. In tutta risposta, Franzini mette al centro del suo attacco Romero e non Pesenti, con Sestu e Di Molfetta a completare il tridente. L’Olbia è chiamata a non scendere in campo con timore, e di fatto nei primi minuti di gioco si mostra quadrata e tenta subito il palleggio. Alla lunga, però, perde in precisione e commette alcune distrazioni in fase di impostazione, il Piacenza un po’ costruisce di suo e un po’ sfrutta alcune ripartenze, tuttavia Crosta non viene chiamato in causa. Questo fino alla mezz’ora di gioco però; esattamente è il 35esimo minuto quando sugli sviluppi di un calcio d'angolo battuto da Di Molfetta, gli ospiti trovano addirittura il vantaggio. In mezzo alla confusione in area di rigore ne approfitta Bertoncini che in acrobazia - un po’ voluta e un po’ fortuita - porta i suoi sullo 0-1. Dal canto suo, l’Olbia sin lì non era riuscita a creare pericoli, se non una conclusione da fuori area di Ragatzu sul primo palo, bloccata dall’estremo difensore avversario senza neanche troppi problemi. Prima dell’intervallo, comunque, c’è tempo anche per la serpentina di Sestu, che davanti a Crosta sceglie la conclusione centrale ma il portiere olbiese respinge. Nella ripresa la partita cambia e sembra prendere una piega favorevole per i bianchi. Carboni per aumentare la spinta offensiva fa entrare anche Ogunseye; si torna quindi al tridente, completato da Ceter e Ragatzu sugli esterni, in questa posizione il numero dieci sembra più ispirato, anche se gli sforzi non vengono ripagati. Proprio così, nonostante l’Olbia tenga il pallino del gioco e facciamo molto possesso palla, non arriva uno stralcio di azione interessante. Il Piacenza fa quadrato e si propone in avanti solo con ripartenze, la maggior parte delle quali innescate da distrazioni olbiesi. Anche nel finale il tecnico olbiese prova ad accendere un’ultima fiamma e mette dentro il giovanissimo Cannas, convocato direttamente dalla formazione Berretti. Però no, una volta arrivati nella trequarti avversaria diventa quasi impossibile scavalcare il muro piacentino, i padroni di casa non sembrano riuscire a fare di più e così al triplice fischio saranno appunto gli emiliani a trionfare e raccogliere gli applausi dei sostenitori, arrivati in massa e che a fine gara saranno protagonisti di qualche screzio con quelli casalinghi.

La squadra di Arnaldo Franzini cavalca l’onda e continua a guardare le altre del girone dall’alto, l’Olbia invece scende sempre più giù. La Pistoiese, grazie al 2-0 ottenuto proprio contro i cugini dell’Arzachena, ha agganciato le due galluresi. Ora i bianchi sono in diciottesimo posizione e, per quanto ci sia ancora più di mezzo campionato da giocare, fa senso vedere l’Olbia occupare quella casella. Tutto è ancora recuperabile, ma quanto sembrano lontani, ora, quei tanti agognati playoff.

Paolo Ardovino

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