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Pozzecco chiede attenzione: «Loro non sono da ultimo posto»

SASSARI. «Non sottovaluteremo Trieste, che sinora ha avuto un percorso che non permette di giudicarne il valore: ha giocato due trasferte tra le più impossibili, a Milano e Venezia, e in casa ha...

13 ottobre 2019
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SASSARI. «Non sottovaluteremo Trieste, che sinora ha avuto un percorso che non permette di giudicarne il valore: ha giocato due trasferte tra le più impossibili, a Milano e Venezia, e in casa ha trovato Varese che dopo avere perso con noi ha giocato una partita straordinaria». Gianmarco Pozzecco mette in guardia i suoi ragazzi, ai quali chiede ancora una volta una prova di grande attenzione.

«Loro sono un cantiere aperto – avverte il coach del Banco di Sardegna –, rispetto allo scorso anno hanno cambiato molto, ma è una squadra che verrà sicuramente fuori, non dobbiamo giudicarla per quanto visto sino a oggi. Hanno cinque stranieri molto competitivi e anche italiani di valore in grado di fare bene uscendo dalla panchina. Dalmasson ha solo bisogno di un po’ di tempo».

Intanto Pozzecco continua a lavorare anche sulla chimica di squadra. «Quest’anno ho più tempo, l’anno scorso sono entrato in corsa ma ho trovato ragazzi molto recettivi – ha detto –. In estate la situazione da un certo punto di vista ripartiva da capo, a inizio anno i giocatori sono molto più titubanti, restii e diffidenti, rispetto alla figura del coach. Mi hanno fatto piacere le parole di Jerrells di qualche giorno fa, non voglio essere il coach che da ordini, voglio allenare in modo collaborativo, voglio che i ragazzi sentano la responsabilità di quello che devono fare. Sono entusiasta delle risposte avute sinora. La partita di Trento ne è l’esempio, dopo la mia espulsione le cose non sono cambiate, lo staff hanno continuato tranquillamente il lavoro senza far sentire la mia mancanza. Il vero manager è quello che costruisce qualcosa che funziona anche in sua assenza». (a.si.)

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