La Nuova Sardegna

Addio a Zaha Hadid Progettò il Betile

Addio a Zaha Hadid Progettò il Betile

Improvvisa scomparsa della regina dell’architettura Il suo museo della civiltà nuragica non è stato mai realizzato

01 aprile 2016
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SASSARI. Addio a Zaha Hadid, la regina dell'architettura contemporanea. L’archistar irachena, 65 anni, è morta per un infarto in un ospedale di Miami, dove era ricoverata per una bronchite. Il nome di Zaha Hadid è legato ai suoi progetti futuristici celebri in tutto il mondo, come lo stadio del nuoto dei Giochi di Londra 2012 e il Maxxi di Roma. L’archistar, prima donna a vincere nel 2004 il prestigioso remio Pritzker, considerato il Nobel dell'architettura, era nata a Baghdad e aveva studiato a Beirut e a Londra. I suoi iconici edifici, progettati in uno studio apparentemente modesto nel quartiere “hip” di Clerkenwell a Londra, sono stati commissionati in tutto il mondo: dall'Heydar Aliyev Centre di Baku in Azerbaijan a un condominio extralusso lungo il parco della High Line di Manhattan, dagli impianti Bmw di Lipsia alle stazioni della funicolare di Innsbruck e la Guangzhou Opera House in Cina.

Il Betile a Cagliari. Ma il nome della Hazid, in qualche modo, è legato anche alla Sardegna. Nel 2006 l’archistar si aggiudicò il concorso per la realizzazione del Betile, il museo dell’arte nuragica e contemporanea che sarebbe dovuto nascere a Cagliari. Fu la giunta Soru, l’anno prima, a organizzare una sfida internazionale tra le firme più prestigiose del panorama architettonico contemporaneo. Parteciparono più di cento studi, ma ne furono selezionati solo dieci. Alla fine la giuria scelse il progetto di Zaha Hadid, che fu preferito a quelli dell’italiano Fuksas e degli svizzeri Herzog & De Meuron. Il 20 novembre 2006 l’archistar britannico-irachena presentò a Cagliari il suo progetto del museo che sarebbe dovuto sorgere sul lungomare di Sant’Elia. Una costruzione avveniristica, tutta bianca, con le classiche linee che hanno sempre contraddistinto il lavoro dell'archistar. Si era anche fatta una stima di costi e tempi: 40-45 milioni con bando che sarebbe dovuto partire entro il 2007. Invece, il progetto è rimasto solo sulla carta. L’accordo di programma, infatti, fu bocciato dal consiglio comunale e il cantiere non è mai partito.

Lo smacco di Olbia. Nel 2012 la grande archistar prese parte a una gara d’appalto per la realizzazione del Pte, il polo nautico di Olbia, su cui punta sempre il Cipnes, ovvero il consorzio industriale del nordest. L’aggiudicazione si basava sull’offerta economicamente più vantaggiosa e Zaha Hadid arrivò solo decima. A vincere fu l’ingegnere bolognese Gianni Plicchi. Il rapporto con l’isola non è stato, dunque, molto fortunato. Il suo lampadario da 110mila euro domina l’ex Arsenale della Maddalena trasformato in un hotel a 5 stelle per il G8 mai realizzato e ora in stato di abbandono.

Il cordoglio dei colleghi. La notizia della scomparsa di Zaha Hadid si è diffusa rapidamente in tutto il mondo. «È con grande tristezza che confermiamo la sua morte improvvisa», si legge nel comunicato dello studio Zaha Hadid Architects che la definisce «la più grande architetto donna del globo». Messaggi di commozione di cordoglio sono arrivati dai suoi più noti colleghi: Lord Rogers, l'architetto del Centre Pompidou e del Millennium Dome, ha osservato che «nessuno, tra gli architetti degli ultimi decenni, ha avuto più influenza di lei». «Lascia un vuoto ma anche una testimonianza reale di quello che pensava e di quello che ha potuto fare», ha aggiunto Massimiliano Fuksas.

Il Maxxi in lutto. «Ci mancheranno molto il suo estro e il suo genio», ha dichiarato Giovanna Melandri, presidente del Maxxi di Roma, firmato proprio dalla Hadid. «Un lutto per il mondo della cultura e per l'Italia, paese al quale è legata per il forte segno architettonico del Maxxi», sono state le parole del ministro Dario Franceschini. (al.pi.)

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