La Nuova Sardegna

L’isola che scommette su cultura e bellezza

di Stefano Ambu
L’isola che scommette su cultura e bellezza

Il programma dell’edizione 2016 Settecento i siti che saranno aperti al pubblico

21 aprile 2016
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CAGLIARI. Un’occasione per scoprire o riscoprire i tesori della Sardegna. Storia, cultura ma anche bellezze naturali. Come ad esempio una delle nuove entrate, la spiaggia di Cala Giunco a Villasimius. Ma dal sud al nord (anche Italia visto che c'è una rappresentanza del Piemonte) se ne potranno vedere di tutti i colori. Anche la basilica di Sant'Antioco a Ozieri e l'area archeologica delle Terme Maetzke a Porto Torres sono per la prima volta nella lista delle mete della edizione 2016 di Monumenti aperti, in programma a partire dal 23 aprile con un calendario pieno di appuntamenti sino al 29 maggio.

Numeri importanti: settecento i posti da visitare. E venti gli anni della manifestazione. E ancora: tredicimila volontari, studenti per l'80%, cinque fine settimana e 48 comuni coinvolti. Non solo dell’isola: tre sono piemontesi. Cinque amministrazioni partecipano per la prima volta: Milis, Villasimius, Lunamatrona, Usini e Castiglione Tinella, provincia di Cuneo. Questo per l'immediato futuro. Per quanto riguarda il passato gli organizzatori hanno riassunto i vent'anni di storia di Monumenti aperti: 3 milioni di visite guidate gratuite per 100.000 studenti e 50.000 volontari che hanno riscritto e raccontato 1000 luoghi in 119 amministrazioni comunali.

La formula – come ha sottolineato mercoledì 20 aprile nel corso della presentazione Fabrizio Frongia, presidente di Imago Mundi, la onlus che coordina la manifestazione – non cambia: si punta a rilanciare siti sconosciuti o semisconosciuti. O magari normalmente inaccessibili. La narrazione è affidata ai ragazzi delle scuole che proprio in questi giorni stanno ripassando le informazioni da offrire ai visitatori. La loro freschezza è sempre stata una delle chiavi del successo della manifestazione: sguardi e parole sempre carichi di entusiasmo che riescono a coinvolgere i partecipanti.

Monumenti aperti viene sostenuta economicamente dai comuni aderenti alla rete e, dall'edizione 2005, dai finanziamenti pubblici provenienti dagli assessorati regionali del Turismo e della Pubblica Istruzione. A queste risorse si aggiungono i proventi delle azioni di marketing e dall'iniziativa “Un euro per la cultura”. Lo scorso anno 53 comuni avevano aperto le porte del proprio patrimonio artistico. Con un risultato di 270mila firme apposte nei registri delle visite.

Manifestazione molto social. Il racconto in diretta della XX edizione di Monumenti aperti si svolgerà sui tre canali ufficiali di Facebook (Monumenti Aperti), Twitter e Instagram (@monumentiaperti). Il tag ufficiale è #maperti16. Sranno stampate quindicimila guide personalizzate per Cagliari, cinquemila per Sassari e cinquemila per Sant'Antioco. Per tutti gli altri comuni verranno realizzate cartinestampate in oltre centomila copie. Un servizio informativo mobile su tutto quello che riguarda monumenti, orari e iniziative speciali sarà disponibile nelle strade e piazze nel Motorhome. Saranno operativi infopoint o gazebo per acquisire i materiali dell’evento e tutte le informazioni utili alle visite ed al soggiorno nelle città.

«Una esperienza straordinaria – ha detto l'assessore al Turisme all’Artigianato Francesco Morandi – di grandissimo valore per il territorio e per le istituzioni coinvolte: vent'anni sono un traguardo storico, l'iniziativa è cresciuta tanto e può aspirare ad attrarre flussi turistici internazionali». Secondo i dati diffusi dal Centro studi turistici di Firenze in occasione della presentazione della Borsa del Turismo delle 100 Città d'arte (che si terrà a Bologna da 27 al 29 maggio), il turismo culturale negli ultimi vent’anni è cresciuto del 114 per cento, con un incremento medio del 3,5 per cento annuo, generando una spesa di circa 16 miliardi di euro, dodici dei quali da parte di stranieri. «Basterebbe questo dato – ha conclusoMorandi – per farci capire che bisogna investire in cultura, che dobbiamo trasformare la nostra regione popolata di monumenti straordinari in un grande polo internazionale di attrazione turistica».

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