La Nuova Sardegna

L’energia di Maurizio Giammarco apre Jazz Op

di Pasquale Porcu

Al Comunale di Sassari successo per “Soho Moods”, prima produzione originale della rassegna

01 maggio 2016
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SASSARI. E' buffo Maurizio Giammarco quando dirige l'Orchestra Jazz della Sardegna. Sul palco del Teatro Comunale accenna dei passi di danza o accompagna con gesti di grande energia le indicazioni da dare all'orchestra. Il clima, per questo primo concerto di Jazz Op, “Soho Moods”, che ha aperto il cartellone di tre produzioni originali, è quello degli anni Settanta. In quel periodo il sassofonista e compositore (nella sua biografia la militanza nel New Perigeo, Canzoniere del Lazio, Lingomania, e da poco direttore dell'Orchestra Jazz del Parco della Musica) era a New York, meta di quanti non solo nel jazz volevano sperimentare le vie nuove della musica. Una musica che Giammarco vive in maniera appassionata e che spazia, con la massima libertà, dalle atmosfere free a quelle ironiche di stampo a volte irriverenti e zappiane. C'è tutta la carica innovativa e anarchica di quegli anni, i sogni e le speranze di una generazione nutrita di utopie e precoci consapevolezze. Ma siccome la musica non solo non ha confini ma, soprattutto, al contrario dello yoghurt, non scade, ecco tutta una suite (“Soho Moods”) costruita per l'orchestra del Parco della Musica di Roma e riarrangiata per la formazione della Associazione Blue Note Orchestra, come se fosse un patchwork mettendo insieme pezzi composti o arrangiati da Giammarco.

Si tratta di una dozzina di brani che hanno come baricentro il quartiere di Soho dove Giammarco ha vissuto negli anni newyorchesi durante il sodalizio con la ballerina Roberta Garrison (vedova di Jimmy, contrabbassista di John Coltrane). Ecco dunque pezzi come Soho Mood e Big Glass #1,Soho Trash e Sohobo, Big Glass #2 (tutti di Maurizio Giammarco), accanto a Trans-Love Airways: e Big Desireless (di Don Cherry) e Young And Fine (di Joe Zawinul) fino a The Sorcerer (di Herbie Hancock). La suite scorre agevolmente attraversando le diverse anime di quel decennio musicale straordinariamente creativo e contraddittorio. Inevitabilmente, oltre al divertimento, negli spettatori del Teatro Comunale spunta anche un briciolo di nostalgia, un ticket da pagare per assistere a una serata di buona musica impreziosita dagli assolo di Giammarco ai sassafoni e affidata a una Orchestra jazz della Sardegna in stato di grazia per coesione e qualità del suono.

Ottimi e molto applauditi(solo per citarne alcuni) gli interventi di Massimo Carboni al sax tenore, Antonio Pitzoi alla chitarra, Giovanni Sanna Passino alla tromba. Felice l'inserimento del giovane vibrafonista sassarese Diego Desole. Molti gli applausi al termine del concerto. Il pubblico (non molto numeroso) ha richiesto dei bis, immediatamente concessi: “Animali diurni”, brano che Giammarco ha composto a suo tempo per Chet Baker e “Doctor L” dedicato alla memoria di Lester Bowie.

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