La Nuova Sardegna

Quel suo “concerto” per Maria Lai

Quel suo “concerto” per Maria Lai

Quando la melodia delle sue sculture risuonò ai funerali della grande artista

14 maggio 2016
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CAGLIARI. Quando (il 16 aprile 2013) muore Maria Lai, è Pinuccio Sciola a chiedere a un suo amico di tenere un’orazione funebre in ricordo dell'artista di Ulassai, «perché – gli aveva detto – l'hai conosciuta fra le sue pietre e i suoi fili, fra le sue case e le sue montagne, nel suo lavatoio e nella sua casa di Cardedu. Devi raccontare Maria fata e Maria bambina. Io ti accompagnerò facendo suonare alcune delle mie pietre, una delle ultime che lei aveva visto nel cortile della mia casa di San Sperate. Le porto per Maria. Sono le pietre di Maria».

La chiesa parrocchiale di san Paolo, a Cardedu, era stracolma. C’erano tutti quelli che avevano amato l'altra grande artista del Novecento sardo. Pinuccio Sciola aveva portato con sé tre pietre bianche intagliate, intarsiate dalle lame di ferro. Le aveva messe a un lato dell'altare, come un armonium, un organo. Sembravano tre piccoli pianoforti o tre piccole macchine da scrivere con le quali Pinuccio Sciola aveva tenuto concerto funebre. Note dolci che uscivano dal cuore duro della pietra. Sembravano note in sintonia con la spiritualità dell'arte di Maria Lai. Dalle pareti della chiesa pendevano le 14 stazioni della Via Crucis di Maria, con ciottoli bianchi e sabbie di mare incorniciati da pezzi di legno imbiancato. Parlavano due artisti: la voce delle pietre di Sciola si univa alla voce flebile di Maria Lai bambina che aveva regalato alla chiesa gli ultimi minuti di vita del Cristo.Sciola non avrà un concerto di pietre. Ma continuerà a parlare con quella stessa arte diventata di casa nel suo orto e nei musei del mondo. (g.m.)

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