La Nuova Sardegna

Capossela nel Sinis per presentare dal vivo il suo nuovo disco

di Roberto Petretto
Capossela nel Sinis per presentare dal vivo il suo nuovo disco

Il cantautore a San Salvatore nella prima metà di giugno “Canzoni della Cupa” è stato registrato a Cabras

30 maggio 2016
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CABRAS. Il Sinis è spesso fonte di ispirazione artistica: lo è stato anche per Vinicio Capossela, il cantautore, musicista e scrittore che ha registrato nello studio di Andrea Cutri, virtuoso chitarrista di Cabras.

E Capossela tornerà da queste parti, forse già a giugno, per una presentazione dell’album “Canzoni della Cupa”. È lo stesso Andrea Cutri ad annunciarlo nella propria pagina Facebook: «Amici e fans di Vinicio Capossela, state in campana perché con Vinicio stiamo organizzando la presentazione ufficiale, in Sardegna, del nuovo lavoro “Canzoni della Cupa”».

L’attesa non sarà lunga. Cutri, chitarrista di grande talento che ha creato a Cabras un sofisticato studio di registrazione e che in passato ha avuto collaborazioni molto importanti (ha scritto anche un brano che Patty Pravo ha portato a Sanremo) fornisce alcune indiscrezioni: «L'idea é di realizzare la presentazione entro la prima decade di giugno a San Salvatore nei pressi di Cabras. Questo perché il lavoro è nato ed è stato registrato proprio qui a Cabras nel mio studio di registrazione».

«Vinicio - spiega ancora Andrea Cutri - presenterà il progetto ed eseguirà dal vivo alcuni estratti del disco. Presto fornirò i dettagli dell’evento».

“Canzoni della cupa”, uscito il 6 maggio, è un album doppio di 28 canzoni, diviso in due parti, “Polvere e Ombra”.

Capossela lo ha presentato come un lavoro che «richiedeva tempi agricoli. Bisognava seminare, far crescere le cose e poi fare la mietitura». Gestazione lunga, che in parte è avvenuta tra le spiagge del Sinis e le case basse di Cabras. «La prima registrazione del disco l’ho fatta a Cabras, un posto con le case basse che sembra il Messico», ha raccontato il cantautore in una intervista. Tra i brani nati qui anche “Componidori”, indiscutibilmente legato all’oristanese, ispirato dai racconti delle tradizioni del carnevale.

Tra pochi giorni Capossela tornerà a respirare quelle atmosfere nel Sinis per presentare un lavoro complesso che ha richiesto un tempo per la semina e l’attesa del tempo del raccolto.

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