La Nuova Sardegna

Design e tradizione si incontrano a Mogoro

di Michela Cuccu
Design e tradizione si incontrano a Mogoro

Dal 30 luglio aperta e profondamente rinnovata la Fiera dell’artigianato artistico, crocevia dei tesori della Sardegna

27 luglio 2016
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MOGORO. Gli stand sono candidi, come case pitturate di calce, aperte per far vedere all’interno. Roberto Virdis, art director della 55esima Fiera dell’Artigianato artistico di Mogoro, ha rappresentato la Sardegna come un’insieme di borghi, collegati fra loro da pannelli appesi che sono le strade.

Una Sardegna unita dal lavoro manuale. Le mani appunto, che da immemorabile tempo tramandano il saper fare, e il gusto per l’alta tradizione artigianale che fa parte integrante della tradizione della nostra isola. E poi c’è l’innovazione, quella dei designer che nei loro progetti hanno fatto tesoro di questa memoria e di questa tradizione. «Perché non c’è futuro senza mutamenti e nemmeno memoria». Appunto i mutamenti sono il filo conduttore della nuova edizione della Fiera, profondamente rinnovata rispetto al passato. Non più l’esposizione del’arte tessile e dei tappeti, ma di dieci settori artigianali, dando spazio così anche a legno, ceramica, metalli, vetro, coltelleria, oreficeria, cestineria, pelletteria e ricamo. ottanta espositori, per un’edizione più ricca rispetto al passato, grazie alla presenza di alcune aziende agroalimentari.

La novità è anche nell’area dedicata al DMogoro Workshop, lo start-up collettivo di interior design che, ha detto Roberto Virdis «unisce tradizione e innovazione in un sodalizio perfetto tra la tecnica e la creatività del designer e del’artigianato». Start-up che appunto, diventano a loro volta filo conduttore di questa fiera che dal 30 luglio al 4 settembre, offrirà un percorso sensoriale, coinvolgendo vista e tatto, ma anche gusto, olfatto e udito, dato che per la prima volta l’esposizione assegna uno spazio anche agli strumenti musicali. Ha precisato il sindaco di Mogoro, Sandro Broccia, sottolineando come l’intero allestimento ruoti attorno al lavoro degli artigiani e che da sempre realtà come la cooperativa Su Trobasciu; il laboratorio tessile “L.Fatteri” e “Su maistu de linna Carlino”, dell’artigiano del legno, Pierpaolo Mandis, abbiano assicurato un supporto determinante. Insomma, passato e futuro l’uno accanto all’altro.

Non è un caso che la Fiera, che quest’anno, come ha spiegato l’assessore comunale all’Artigianato, Luisa Broccia, ha ottenuto il riconoscimento regionale quale “grande manifestazione di interesse turistico”, si completi con la “Mostra del pezzo inedito” dove ogni opera proposta è nel segno dei “mutamenti”.

Ecco, solo per fare qualche esempio, in questo spazio che appare più come un laboratorio di idee, la “sedia a x”, struttura blu che ricorda le sculture di Francesco Ciusa o libreria “modulo ottagonale”: ogni scaffale ridisegna i moduli per la realizzazione dei tappeti. Oppure gli armadi, lineari che riportano all’essenzialità dello stile Bauhaus. Mutamenti che si ripresentano nell’arte tessile, ad esempio, nel tappeto “I soffioni” realizzato dalle tessitrici di Mogoro su disegno di “Idra” azienda di Barcellona fondata da due designer cagliaritane. Design che non manca di proporre citazioni, persino cinematografiche: è il caso di “Pesci”, tappeto realizzato da Violetta Scanu: un unico pesce rosso (è Nemo di Disney o il cappottino della bambina di Spielberg?) che interrompe una teoria blu e nera che nuota in un mare di lane intrecciate.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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