La Nuova Sardegna

«Il jazz di Gavino Murgia è meglio delle gocce»

«Il jazz di Gavino Murgia è meglio delle gocce»

Uno dei partecipanti alla marcia-scalata sulle pendici della guglia che domina i Tacchi di Gairo

20 settembre 2016
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GAIRO. Chiamiamolo Orazio e diciamo che è del Nuorese. Due sere fa, nella zona delle guglie di San Giorgio e Santa Caterina nella zona dei tacchi calcarei di Osini, ha parlato ai compagni nella solita pomeridiana riunione-riflessione di gruppo davanti agli psicologi coordinati dal dottor Alessandro Coni. Gavino Murgia ha appena finito il suo concerto col sax. Trascrizione testuale: «Anche oggi sono contento. Avevo paura di tornare sui monti, fra le pietre che rotolano, temevo di poter cadere ogni momento. Anche quando eravamo stati in Nepal, nell’Everest, avevo avuto tanti dubbi. La mia testa diceva: io rinuncio, io non ce la faccio, resto solo al campo base, non ho voglia di faticare. Ho provato anche oggi. Prima ero stanco. Man mano che camminavo la stanchezza passava. Più camminavo e più avevo forza. Quando sono arrivato in cima ero felice. Avevo superato un’altra prova. Sono uguale a voi. Ragazzi, provarci bisogna, bisogna provarci, capito? Il jazz di Gavino Murgia è meglio delle gocce. Sto meglio vedendo laggiù, da questi monti, il blu del mar Tirreno».

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