La Nuova Sardegna

La bellezza che ci unisce tutti: la Costituzione deve salvarla

di Paolo Curreli
La bellezza che ci unisce tutti: la Costituzione deve salvarla

Vittorio Sgarbi, Michele Ainis e Moni Ovadia hanno parlato dei loro ultimi libri Editoria e arte, aneddoti e politica, una serata che diventa divertente talk show

21 settembre 2016
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INVIATO A CASTELSARDO. Tre personalità, lunedì scorso al Castello dei Doria, che hanno trasformato la presentazione dei loro libri in un vero e proprio talk show, uno spettacolo di parole, racconti e idee.Sul palco del festival “Un’isola in rete” Vittorio Sgarbi e Michele Ainis hanno portato il loro “La Costituzione e la Bellezza”, volume a quattro mani dove il costituzionalista ed editorialista di Repubblica e il notissimo critico d’arte hanno ripercorso la carta costituzionale con l’idea che «la bellezza è il vero tratto unificante degli italiani», accompagnando ogni articolo della costituzione a un’opera d’arte. Con loro Moni Ovadia e il suo “Il coniglio Hitler e il cilindro del demagogo”. Ma la serata è partita con l’omaggio al quarto, e invisibile, ospite: Elisabetta Sgarbi e la sua casa editrice “La nave di Teseo” che ha edito i volumi presentati.

«Il vero artefice di questa avventura coraggiosa è stata mia sorella – ha sostenuto Sgarbi– con Umberto Eco, che però sarebbe presto scomparso. Una fuga da Berlusconi che con l’acquisto della Mondadori, della Rizzoli (e quindi della Bompiani di Elisabetta) diventava monopolista. Un monopolio che però poteva contrastare gli squali internazionali come Amazon. Un’impresa titanica quella di mia sorella seguita da uomini antiberlusconiani che hanno però soppravalutato il rischio di Berlusconi che ha sempre garantito l’indipendenza agli scrittori, compreso Moni Ovadia. Berlusconi poteva lasciare a Elisabetta il 51% della Bompiani evitare la fuga degli scrittori e non incorrere nell’antitrust. Spero che presto la Bompiani – ormai una scatola vuota– torni a casa, cioè da mia sorella».

La famiglia Sgarbi tutta da scoprire: «Il vero grande scrittore della famiglia Sgarbi – svela Michele Ainis– è il papà, ho letto da poco un suo scritto dedicato alla moglie morta da poco. Grande ritmo e grande scrittura». «Una lettera d’amore che ogni donna vorrebbe ricevere e ogni uomo dedicare» aggiunge Moni Ovadia. «Sono più orgoglioso dei libri di mio padre che dei miei» confessa Vittorio Sgarbi, che svela la prefazione che avrebbe desiderato per un altro volume del padre: «Tutte le gnocche che ho conosciuto grazie a Vittorio». Ma è la Costituzione italiana l’altra grande protagonista della serata. «Un libro fondamentale che nessuno legge – dichiara Sgarbi –. Grazie ad Ainis diventa un libro da scegliere e quindi da leggere, è lui che mi ha indotto a commentarla. Abbiamo fatto un’operazione “ricostituente”. Leggendo la grandezza dell’articolo 10 – che assicura allo straniero che non può godere gli stessi diritti sanciti dalla nostra Carta il diritto all’asilo nel nostro paese – si capisce perché non bisogna riformarla semplicemente perché è ancora attuale e inapplicata». Su questo interviene Michele Ainis: «La Carta costituzionale si riferisce alle libertà politiche, ma se partiamo dalle parole di Pertini: “Il primo diritto è togliersi la fame”, allora ci troviamo davanti a un notevole problema pratico». Tornando al libro Ainis dice «abbiamo tentato di fare un gioco di specchi tra storia civile e storia artistica italiana». Per Vittorio Sgarbi la genesi è da ricercare nel sentimento in crescita nel Paese «percepito perfino da un’animo freddo da giurista come quello di Ainis. Se il mio Partito della Bellezza aveva un taglio elittario, la sensibilità per la bellezza, anche quella dei paesaggi e della natura è sempre più diffusa. Ecco che quindi c’è l’urgenza di renderla ancora più presente nella nostra Costituzione. Ainis mi ha portato un plebiscito dei cittadini, difendere la bellezza».

C’è spazio anche per un breve e salace battibecco di Sgarbi con qualcuno del pubblico, quasi desiderato dai suoi fan, quelli che poi faranno la fila per il selfie al grido di “capra, capra, capra”. La lunga serata si conclude col libro di Moni Ovadia, che ricostruisce l’ascesa di Hitler, le menzogne del potere e prende posizione con coraggio contro l’attuale governo israeliano. «Non sono contro Israele, sono contro il suo attuale governo». Bella serata, con tanto pubblico che compra i libri e si mette in fila per il firma-copie. Soddisfatto il sindaco di Castelsardo Cuccureddu che annuncia con orgoglio la prossima assegnazione della cittadinanza onoraria a Vittori Sgarbi.

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