La Nuova Sardegna

Un premio ai Giganti “restituiti” al mondo

di Paolo Curreli
Un premio ai Giganti “restituiti” al mondo

Il riconoscimento a Nardi: «Sei statue in attesa di rinascere»

30 settembre 2016
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SASSARI. I Giganti ancora al centro dell’attenzione mondiale. l’enorme patrimonio archeologico della Sardegna, il fascino e la bellezza della civiltà nuragica attraggono l’attenzione globale degli studiosi. Il lavoro di restauro dei reperti di Mont ’e Prama, del Centro di conservazione archeologica di Roma diretto da Roberto Nardi, è stato riconosciuto come il migliore del mondo è si è aggiudicato il primo premio del Best in Heritage Conference tenutosi il 24 e 24 settembre a Dubrovnik in Croazia. Il riconoscimento – arrivato alla 15esima edizione – è l’unica indagine annuale sui musei premiati e sui progetti di conservazione del patrimonio provenienti da tutto il mondo.

Un premio mondiale. La città patrimonio dell’Unesco ha ospitato la manifestazione, in collaborazione con Europa Nostra e Europa Creativa, organizzazioni non governative in relazione ufficiale con l’Unesco. La conferenza ha raccolto 149 professionisti del patrimonio arrivati da 33 paesi e da diversi ambiti geografici e di lavoro. Il premio rappresenta gli aspetti delle buone pratiche di conservazione e tutela del patrimonio archeologico e storico a livello mondiale, ultima tappa di selezione degli Europa Nostra Awards che il lavoro di Nardi si era aggiudicato l’anno scorso.

«Sinceramente, come era accaduto per il premio europeo del 2015, è stata una sorpresa quando il nostro nome è stato chiamato dal palco – confessa con soddisfazione Roberto Nardi –. I lavori in lizza erano 28 e provenivano da tutto il mondo, e tutti di altissimo livello. Ognuno di noi aveva venti minuti a disposizione per illustrare il progetto davanti a una giuria di specialisti, un tempo davvero breve. Inoltre ero il secondo nella prima giornata, e pensavo che al momento di tirare le somme il mio intervento sarebbe stato, se non dimenticato, almeno un po’ più nebuloso di quelli presentati nell’ultima giornata. Non pensavo di raccogliere un riconoscimento così importante, impreparato a tal punto che non avevo portato nemmeno un abito scuro per la cerimonia di premiazione».

Tutela e condivisione. Lavori di tutela e di promozione della cultura storica che sono arrivati da cinque continenti a Dubrovnik. Tutti con una visione moderna, mirati non solo alla ricerca scientifica alla scoperta del nostro passato e alla tutela e al consolidamento del patrimonio, ma anche, indirizzati al coinvolgimento delle comunità e alla apertura a un pubblico più ampio possibile. «Un aspetto essenziale del premio, in cima alla selezione è arrivato il museo della storia della lotta delle donne e del femminismo in Vietnam. Progetto contemporaneo è innovativo che si è aggiudicato il secondo premio – racconta Nardi –. Favorito secondo me era senz’altro il complesso museale di Mosca dedicato a Tolstoj. Una grande istituzione con oltre 35 milioni di utenti che ha portato un progetto su Anna Karenina che ha coinvolto persino la stazione orbitante russa. Lavoro che invece, ha avuto il terzo premio».

Ma oltre l’appeal scientifico delle grandi statue colpisce la risposta da parte dei sardi al ritrovamento, misto di orgoglio per un grande passato e di amore identitario per l’isola.

«Il commento della giuria di specialisti al premio di Dubrovnik mette al centro un intervento completo; archeologico e storico, di conservazione e consolidamento – sostiene il conservatore Nardi – ma sottolinea anche le ricadute economiche sul territorio, il coinvolgimento sociale che il ritrovamento ha creato. Devo dire che questa volta la fama di approssimazione di noi italiani, troppe volte immeritata nel mondo scientifico, è stata ampiamente smentita».

Uno spot per la Sardegna. In Croazia il premio Best in Heritage ha offerto alla Sardegna un palco internazionale di primo livello. Ha raccontato l’isola della cultura e della grande storia, quella che da tanti anni si cerca di promuovere. «Per due giorni i delegati di tutto il mondo hanno parlato di Mont ’e Prama. Nel mio intervento di ringraziamento ho voluto invitare tutti ha visitare la Sardegna – racconta sempre Roberto Nardi –. Il suo patrimonio archeologico merita certamente l’attenzione del turismo culturale».

La storia del ritrovamento dei Giganti a avuto tempi lunghi e improvvise accelerazioni e il sito appare un tesoro sepolto che deve ancora raccontarci molto. «La situazione del completamento dei restauri è ferma – dice l’archeologo romano–. Io continuo con piacere a promuovere il progetto.

La ricostruzione oggi. Grazie ai nuovi scavi e alla campagna di documentazione, che – per quanto riguarda quest’ultima–, per le due ultime estati ha coinvolto studenti americani volontari, abbiamo catalogato 4500 frammenti che con certezza potrebbero restituirci almeno altri sei sculture intere. Di molti altri pezzi conosciamo la pertinenza. I miei restauratori sanno esattamente dove mettere le mani». «Devo però dire che, per quanto riguarda il restauro e il completamento della collezione, dal punto di vista amministrativo tutto è incredibilmente fermo. Al momento non abbiamo conoscenza di nessuna somma messa a bilancio, ne siamo stati informati di piani di intervento. Sembra impossibile che nel momento di massima fama delle sculture non ci si preoccupi di completare il restauro e ci si accontenti di una collezione incompleta sia dal punto di vista qualitativo che nel numero di sculture da mettere in mostra. Ma purtroppo questo è il quadro attuale e fino ad oggi nessuno si è preoccupato di bloccare la nostra disponibilità per i mesi futuri ne di discutere programmi. Ma forse è solo questione di lasciare il giusto tempo alla programmazione. L’ultimo incarico l’ho firmato nel 2007. A tutt’oggi non abbiamo conoscenza di nessuna somma messa a bilancio – conclude Roberto Nardi– ne nessuno ha bloccato la nostra disponibilità, visto che abbiamo impegni in tutto il mondo».

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