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Voyager fa un’altra tappa nel Sulcis

di Simone Repetto
Voyager fa un’altra tappa nel Sulcis

Domani puntata dedicata al passaggio dei fenici a Sant’Antioco

03 gennaio 2017
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Nella prima puntata del nuovo anno, il programma televisivo di Rai 2 Voyager ritorna in Sardegna, nel Sulcis, per argomentare sui misteri legati agli antichi insediamenti nelle isole sulcitane. Domani sera il conduttore Roberto Giacobbo sposterà le sue attenzioni dall'iglesiente alle isole di Sant'Antioco e San Pietro, dove esistono ampie tracce del passaggio dei fenici, tra cui necropoli, templi e resti di una vera e propria colonizzazione di un territorio strategico nelle rotte mediterranee seguite da quei grandi navigatori.

Nonostante molto sia stato finora scoperto e venuto alle luce, attraverso una serie puntigliosa di scavi e missioni archeologiche dedicate, tanto resta ancora da svelare, con numerose ipotesi, domande e misteri a cui dare risposta. Tra questi, ci sono quelli dell'isola di San Pietro, dove Giacobbo più volte si è recato nell'ultimo lustro, attratto dalle nuove risultanze emerse dalla missione archeologica in corso, ad opera di un'equipe guidata dal ricercatore universitario libanese Wissan Khalil. Dagli antri celati nella periferia carlofortina, sono emersi scheletri e anfore estratti dalle tombe di una grande necropoli, a fianco della scalinata che porta al vecchio campo sportivo. Lo studio di alcuni campionamenti, potrà suffragare le ipotesi avanzate sulla comunità che viveva in zona intorno all'ottavo secolo A.C. Tra i suoi punti di riferimento, pare ci fosse la Torre San Vittorio, secolare struttura di avvistamento, sede dell'ex osservatorio astronomico ed oggi di un museo multimediale tematico. Nei suoi dintorni, i fenici, che chiamavano l'isola “Inosim” (isola dei falchi), secondo quanto riportato in un'iscrizione del terzo secolo A.C. rinvenuta a Cagliari, avrebbero allestito un luogo di culto dedicato al dio Baal Shamim (il signore dei cieli). Secondo gli studiosi, a quei tempi la zona era circondata dal mare, poichè il livello delle terre emerse era differente rispetto ad oggi, con la possibilità che molti reperti siano sotto la superficie.

Focus puntato anche sui rapporti dei fenici con i nuragici, presenti nell'isola come testimoniano tante strutture, ed i motivi delle scarse tracce di insediamenti successivi, dai romani in su, per cui l'isola sarebbe stata disabitata per oltre un millennio.

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