La Nuova Sardegna

La nuova frontiera dei borghi più belli

La nuova frontiera dei borghi più belli

Un segmento in crescita che nel fatturato ha superato le vacanze sulla neve

11 gennaio 2017
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SASSARI. La nuova frontiera è quella dei borghi e la Sardegna si sta giocando le sue carte. L’isola ha cinque paesi all’interno del circuito dei Borghi più belli d’Italia (Bosa, Castelsardo, Atzara, Posada e Carloforte), più altri sei (Aggius, Galtellì, Gavoi, Laconi, Oliena e Sardara) che fanno parte delle Bandiere arancioni (cioè certificati dal Touring Club e seconda associazione dei borghi riconosciuta a livello nazionale). Quanto sia importante lo dicono le cifre: il turismo nei borghi, in Italia, ha spodestato quello invernale ed è il terzo segmento per fatturato dopo quello delle città d’arte e del turismo balneare.

Il 2017 è stato decretato Anno dei borghi e proprio Castelsardo ospiterà l’assemblea plenaria: «Sarà un momento di confronto, nel quale elaborare nuove strategie - dice il sindaco di Franco Cuccureddu -. All’interno di questo sistema si costruiscono eventi, si muove il turismo interno: la trasformazione del modello di sviluppo è legata alla valorizzazione degli aspetti storici e monumentali. Possiamo coinvolgere turisti che dal punto di vista motivazionale hanno interessi diversi: magari anche il mare, ma anche il paesaggio, il trekking, l’enogastronomia». Castelsardo ha anche fatto il botto col Mim, il Museo dell’intreccio mediterraneo ospitato all’interno della fortezza dei Doria: 138mila presenze in un anno per 360mila euro d’incasso.

Bosa è un altro borgo che ha un mare splendido e non si ferma al turismo balneare: «Abbiamo chiese, un centro storico che dal punto di vista urbanistico è unico, il fiume, costruiamo eventi - dice il sindaco Luigi Mastino -. Purtroppo abbiamo risorse minime e non possiamo far fronte a tutt. Credo che la Regione dovrebbe riconoscere le peculiarità di alcuni borghi e agire di conseguenza. Se vogliamo far decollare il turismo culturale servono aiuti esterni, questo meccanismo non può reggersi da solo». «La realtà è che è l’associazionismo a darci la mano più importante, abbiamo una rete cittadina che nei momenti più importanti risponde alla grande, ma non può bastare - dice l’assessore alla Cultura Alfonso Campus -. Per di più siamo in una posizione geografica particolare, non è semplice arrivare a Bosa e i trasporti sono pessimi».(r.s.)

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