La Nuova Sardegna

Una Fondazione per rilanciare Casa Gramsci

di Costantino Cossu
Una Fondazione per rilanciare Casa Gramsci

Ieri a Ghilarza Giorgio Macciotta, Elisa Pilia e il sindaco Defrassu hanno annunciato un ricco programma di iniziative

22 gennaio 2017
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GHILARZA. Aria nuova al Museo Casa Gramsci. Dal 14 dicembre la gestione della palazzina in corso Umberto 57 è passata a una Fondazione. I soci sono la famiglia Gramsci, il Comune di Ghilarza, la Fondazione Gramsci di Roma, la Fondazione Berlinguer nazionale e quella sarda. Presidente è Giorgio Macciotta, dirigente di primo piano del vecchio Pci e poi del Pds, dei Ds e del Pd. Ieri mattina, in una delle stanze del museo, è toccato a lui il compito di illustrare il piano di rilancio di casa Gramsci. Al tavolo di fronte ai giornalisti anche il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, Elisa Pilia (ex assessore regionale alla Cultura, membro del comitato di indirizzo della neonata Fondazione e curatrice del museo, e Antonella Sanna, una delle volontarie grazie al lavoro delle quali nel corso degli anni tutto ha funzionato a dispetto delle non poche difficoltà.

Ora si cambia passo. «Nell’anno dell’ottantesimo anniversario della morte dell’autore dei “Quaderni” – ha spiegato Macciotta – la Fondazione Museo Casa Gramsci vuole dare continuità alla gestione della struttura e innalzare la qualità delle iniziative. Nessuna espropriazione del territorio. Al contrario, l’obiettivo è quello di coinvolgere il livello locale in un progetto che vuole proiettare Ghilarza e il suo museo fuori dell’isola. Come fece Gramsci quando lasciò la Sardegna per affrontare un mondo che viveva un passaggio epocale».

La prima iniziativa già fissata in agenda, il 27 aprile, è un incontro con Adriano Giannola (presidente della Svimez, l’Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno nata nel 1946 per iniziativa di Donato Menichella e di Pasquale Saraceno) e con Giuseppe Vacca, uno dei più importanti studiosi dell’opera del fondatore del Pci. Tema della discussione, “Gramsci e il Sud d’Italia”. Ma in calendario c’è anche un dibattito sullo spopolamento dei piccoli paesi dell’isola al quale parteciperà Vincenzo Ceruli Irelli, uno dei maggiori esperti italiani in diritto amministrativo. E poi la presentazione del primo volume dell’edizione dei “Quaderni dal carcere” curata per la Treccani da Gianni Francioni. E ancora: sempre Giuseppe Vacca che parlerà del suo nuovo saggio, “Modernità alternative. Il Novecento di Antonio Gramsci”, appena pubblicato da Einaudi, e Francesco Giasi, che con l’editore Carocci sta per uscire con una biografia di Gramsci che si annuncia ricca di novità.

Sulle spalle di Elisa Pilia il compito non semplice di fare di casa Gramsci un museo conforme agli standard nazionali e internazionali. Tra i primi obiettivi quello di inserire nell’Albo regionale dei musei la palazzina nella quale Gramsci dal 1898 ha trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo consentirebbe di accedere più facilmente ai finanziamenti della Regione. Il bersaglio dovrebbe essere abbastanza facile da centrare. Anche perché Casa Gramsci è, dall’ottobre del 2016, monumento nazionale per effetto di una legge approvata dal Parlamento grazie soprattutto alla tenacia della deputata del Pd Caterina Pes.

Ma ci sono molte altre cose delle quali Elisa Pilia ha intenzione di occuparsi: segnaletica dentro e fuori il paese (oggi quasi del tutto assente) per portare i turisti a Ghilarza, un sito web in italiano e nelle principali lingue straniere che si possa vedere dappertutto nel mondo, un logo da spendere per il marketing. E poi regolamento e carta della qualità dei servizi che oggi mancano, inventario e catalogazione dei beni, definizione di una pianta organica minima del personale. E si sta già lavorando per allargare gli spazi, aggiungendo alla palazzina storica i locali della vecchia sezione del Pci oggi chiusa e quelli della prefettura, che la spending rewiew ha fatto secca da un pezzo.

Dal sindaco Defrassu l’ok all’operazione di rilancio: «Fare di Casa Gramsci un’eccellenza culturale non può che essere utile alla crescita del nostro territorio». E da Antonella Sanna, portavoce dei volontari che sono da sempre l’anima di Casa Gramsci, un appello alla custodia della memoria, bussola per orientarsi nel mondo grande e terribile.

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