La Nuova Sardegna

I “Viaggi della memoria” La Storia vista da vicino

di Sabrina Zedda
I “Viaggi della memoria” La Storia vista da vicino

Il progetto che porterà gli studenti delle scuole sarde a visitare i lager nazisti Presentato ieri nel palazzo del Consiglio regionale, diciannove i Comuni coinvolti

28 gennaio 2017
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CAGLIARI. C’è solo un modo per conservare la memoria ed evitare che pagine orribili della storia umana come l’Olocausto possano ripetersi: continuare a ricordare. E, soprattutto, farlo sentendo il dolore di chi è morto ingiustamente. Sta qui il senso del viaggio che dal 2 all’8 febbraio vedrà 56 giovani sardi tra 18 e i 25 anni, insieme ad altri coetanei da tutta Italia, a bordo del treno che dalla frontiera del Brennero li porterà sino a Cracovia, in Polonia, e da lì al campo di sterminio di Auschwitz. Chilometri e chilometri di ferrovia attraverso montagne, campagne sterminate, boschi, in quello che più di settant’anni fa è stato l’ultimo viaggio di milioni di altre persone, prima dell’appuntamento con la morte.

L’iniziativa, chiamata “I viaggi della memoria”, è stata presentata ieri nel palazzo del Consiglio regionale. Uno tra i numerosi appuntamenti organizzati nell’isola in occasione della Giornata della memoria. Sostenuta anche dall’assessorato alla Cultura e da numerose amministrazioni comunali, e non solo. L’iniziativa è promossa infatti dall’Arci (associazione da sempre attiva sul fronte dei diritti umani e della dignità sociale) insieme con l’associazione Deina. L’obiettivo è dare ai giovani gli strumenti necessari a diventare adulti consapevoli, ma soprattutto cittadini capaci di vedersi in una dimensione europea, e far in modo che siano in grado di affrontare al meglio le sfide di oggi.

«In Sardegna – ha detto Martino Canzonieri, presidente dell’Arci regionale – ci sono numerose espressioni dialettali per ricordare i disagi patiti negli anni della guerra. Eppure da noi i fatti furono meno terribili di quelli che colpirono il resto d’Italia e dell’Europa». Gli arresti, e poi i massacri, degli ebrei, degli omosessuali, dei rom, degli oppositori politicimisero in luce i tratti di spietata ferocia del nazismo. Ma anche, ha proseguito Canzonieri, misero in risalto una unicità: «Il sistema concentrazionario nazifascista uccideva non perché la persona si era resa colpevole di un crimine, ma perché era quello che era». Così se, spesso, in altri regimi per mandare a morte qualcuno bastava inventarsi un’accusa, col nazismo quella barriera venne a cadere, aprendo il campo al massacro degli ebrei perché (appunto) di religione ebraica, degli omossessuali, perché considerati deviati, e via discorrendo.

Ci insegna qualcosa questa pagina oscura della storia? Certamente sì, ma «la storia non insegna da sola», ha fatto notare il segretario regionale dell’Arci, Franco Uda: «Si può imparare dalla storia solo se compiamo azioni che ci permettano di trarne qualcosa e, nel caso dei giovani, permettano di avere elementi che li proiettino verso una nuova idea di cittadinanza europea».

In questo solco si inserisce il progetto “Viaggi della memoria”: dopo un periodo di preparazione, fatto di lezioni frontali con esperti e laboratori, ora i giovani si preparano a partire, guidati da dieci tutor appena poco più grandi di loro. A Cracovia visiteranno la fabbrica di Oskar Schindler, l’industriale che salvò la vita a migliaia di ebrei, il ghetto ebraico e, a qualche chilometro di distanza, gli ex lager di Auschwitz e Birkenau. «Almeno una volta nella vita bisogna fare questa visita guidata. E’ qualcosa di molto toccante», ha detto il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che ebbe l’occasione di vivere l’esperienza ai tempi in cui era sindaco di Sassari. «Questi viaggi – ha aggiunto l’assessora regionale alla Cultura, Claudia Firino – permettono ai ragazzi di fare un’esperienza viva, e di toccare con mano quel dolore: è il modo migliore per educare alla cultura del rispetto».

Dopo il viaggio ci sarà, nelle scuole, una seconda fase: al rientro i ragazzi dovranno condividere l’esperienza, perché anche chi non c’era sappia e capisca. «Penso che questo viaggio possa essere importante per la mia formazione – ha detto Roberto Filippini, diciottenne che studia al liceo scientifico di Capoterra –. Ho pensato che questo fosse il momento perfetto della mia vita in cui farlo».

Il progetto “Viaggi della memoria” nasce nel 2005: negli anni hanno partecipato circa 20 mila giovani da tutta Italia. In Sardegna è attivo dal 2012: sinora ha fatto viaggiare più di quattrocento ragazze e ragazzi, grazie al contributo delle istituzioni che ci hanno creduto. Quest’anno sono diciannove i comuni che hanno aderito: Arbus, Banari, Capoterra, Fonni, Gavoi, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Lodine, Msainas, Olzai, Oniferi, Orani, Pabillonis, Sarule, Sassari, Sant’Antico, Silius e Villamassargia. “Viaggi della memoria” ha ottenuto, tra gli altri, il patrocinio della presidenza della Repubblica, della Camera dei deputati dell’Agenzia nazionale per i giovani.

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