La Nuova Sardegna

Il piacere del gusto, uno chef contro la Sla

di PAOLO PALUMBO
Il piacere del gusto, uno chef contro la Sla

Il ricettario di Paolo Palumbo, giovane allievo di Pomata. A 19 anni ha scoperto di essere malato

01 marzo 2017
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PAOLO PALUMBO. Ho 19 anni e sono entrato nel mondo della cucina cinque anni fa, lavorando a Porto Cervo tra ristorazione e catering (...) Circa un anno e mezzo fa presi la decisione di rendere la mia passione una cosa seria e quindi decisi iscrivermi ad un'accademia così da poter studiare e imparare tutte le regole per divenire uno chef di livello. La scelta cadde sull’Alma, capitanata dallo chef Gualtiero Marchesi. I test per l’ammissione ai corsi erano fissati per settembre 2015 e non vedevo l’ora di mettermi in gioco e dimostrare il mio amore per la cucina. Ma questo sogno è durato solo pochi mesi perché, nel giugno del 2015, iniziai a perdere improvvisamente vigore e manualità al braccio destro. Ero molto preoccupato, perché intuii che non era una cosa normale e sapevo, tra l’altro, che dovevo scoprire al più presto la causa di questo problema. Soprattutto avevo poco tempo per recuperare forma e forza fisica, in modo da presentarmi all’Alma in perfetta salute (...)

Cominciai così a fare visite. Dottori e specialisti mi ricevettero e, tra diagnosi e pareri, l’unico risultato fu che aumentò la confusione. Nessuno sapeva cosa avessi. (...) A marzo del 2016 finalmente giunse un primo spiraglio. Secondo gli specialisti ero affetto da una lesione del plesso bracchiale. Fui dunque operato a Faenza. (...) Il 18 agosto feci una visita neurologica di controllo, per vedere quali fossero stati i progressi dopo l’operazione al plesso. Una volta giunti in ospedale e riferiti al dottore i nuovi sintomi comparsi dopo l’intervento, lo specialista mi osservò perplesso e mi fece ricoverare immediatamente per accertamenti. (...) Dopo quindici giorni mi dimisero. La sentenza era spietata: affetto da Sla, per giunta con il conseguimento di uno dei peggiori primati che possano esistere, ossia divenire il caso di malato più giovane in Italia e, tra l'altro, poter “vantare” il primato di essere un raro caso anche in Europa, poiché ho la compromissione del motoneurone 1 e 2, bulbare e spinale (negli altri casi la malattia si manifesta compromettendo prima il 1° motoneurone e, in fase terminale, il 2°). (...)

Il 4 novembre sono stato ricoverato a Milano al centro Nemo, specializzato in patologie neurodegenerative. Durante il ricovero, nonostante fossi stato isolato rispetto ai pazienti di Sla in stato più avanzato, decisi di girare per le stanze e vedere con i miei occhi il decorso della malattia. Soprattutto volevo rendermi conto come vivessero la malattia gli altri. Mi sono accorto fin da subito che molti hanno perso la forza e l’animo per la lotta. Si sono lasciati andare. Mentre giravo ho conosciuto Antonio. Ha quarantaquattro anni e da quattordici è affetto da Sla. È allettato, tracheotomizzato e viene alimentato tramite pet (una sonda che penetra nello stomaco). Antonio comunica esclusivamente tramite un puntatore oculare. Dopo avergli fatto mille domande, gli chiesi qual era, per lui, la conseguenza peggiore di questa malattia? Lui rispose, sbalordendomi, che il suo maggior rammarico e dispiacere era non poter più sentire i sapori. E, aggiunse, anche quello di essere nutrito senza nemmeno sapere cosa venisse introdotto nel suo corpo. Gli domandai allora quale fosse il suo piatto preferito. Mi rispose un risotto con prosecco e crescenza.

Parlare con Antonio mi ha fatto riflettere e mi ha portato a dar vita al mio nuovo progetto, Sapori a colori: è un libro pensato e creato per descrivere quelle ricette adatte ai pazienti con problemi di deglutizione, disfagia o alimentati tramite sonde. In questo “ricettario” troverete un vastissimo elenco di piatti semplici da realizzare e, allo stesso, particolari, delicati, che la famiglia del paziente e le persone che gli stanno vicino potranno cucinare. La pietanza così ottenuta potrà essere omogeneizzata o somministrata per via orale o tramite sonda, a seconda dello stato in cui si trova il paziente. Questo è dunque Sapori a colori: una sfida. A partire dalle parole di Antonio, al quale ho promesso che la prima ricetta sulla quale mi sarei cimentato per il libro sarebbe stata la sua preferita.

Ma il libro senza alcune persone, non avrebbe mai visto la luce. Prima di tutti Luigi Pomata, chef di fama internazionale, che mi ha aperto letteralmente le porte della sua cucina e di quel mondo magico. Lui mi ha seguito, consigliato, aiutato, in tutti i frangenti. Poi c’è la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno incoraggiato, in ogni istante.

Ora che questo progetto è divenuto realtà non posso che essere soddisfatto. Non solo perché mi aiuta a dimostrare l’amore che nutro verso la cucina, ma perché aiuta gli altri perché i proventi della vendita del libro andranno alla ricerca sulla Sla. Io continuo e continuerò a seguire il mio sogno, i miei sogni. Dopo Sogni a colori mi preparo per altre avventure, con la consapevolezza che niente e nessuno può fermarci. Anzi, niente e nessuno, ora, può fermarmi.

© EDIZIONI ARKADIA, CAGLIARI, 2017

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