La Nuova Sardegna

“L’animale femmina” di Emanuela Canepa vince il Premio Calvino 

“L’animale femmina” di Emanuela Canepa vince il Premio Calvino 

Tra i finalisti il sardo Vanni Lai con “Le tigri del Goceano” Una pattuglia di giovani autori esordienti, tutti di qualità

31 maggio 2017
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SASSARI. Emanuela Canepa è la vincitrice della trentesima edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo “L’animale femmina”. Tre le menzioni speciali assegnate a pari merito dalla giuria: Luca Mercadante per “Presunzione”, Serena Patrignanelli per “La fine dell’estate” e Roberto Todisco per “Jimmy Lamericano”. Il romanzo vincitore e le tre menzioni speciali sono stati proclamati ieri sera al Circolo dei lettori di Torino dalla giuria formata, quest’anno, da: Rossana Campo, Franca Cavagnoli, Mario Desiati, Marco Missiroli e Mirella Serri. Tra i nove finalisti anche l’osilese Vanni Lai, con “Le Tigri del Goceano”, che ha comunque ricevuto moltissimi complimenti per aver unito nella storia sia la tradizione la modernità narrativa. «È stata una finale bellissima, tutte le opere in gara erano di alto livello – racconta lui stesso al termine della premiazione – e anche se la vittoria non è arrivata mi godo i tanti commenti positivi e la soddisfazione di essere giunto sin qua superando la concorrenza di altri 670 partecipanti».
“L’animale femmina” – cui i giurati, preso atto del buon livello medio dei testi, hanno deciso di assegnare all’unanimità il Premio – è «un romanzo compiuto, maturo, di esemplare nitidezza nella struttura e incisivo nella lingua, che mette in campo uno spiazzante gioco di seduzione senza sesso e che, pur attento alla psicologia maschile, dà in particolare voce, con stringente analitica, alla forza carsica del femminile». Per quanto riguarda le tre menzioni speciali a Luca Mercadante, Serena Patrignanelli e Roberto Todisco, queste le motivazioni dei cinque giurati: «In Presunzione l’autore, con lingua viva, getta uno sguardo disincantato sulla società del Sud di fine millennio delineando l’attuale e inedito ritratto di un giovane che vive con aspra tensione la propria crescita in uno smarrito paesaggio ideale. Nella Fine dell’estate, romanzo di ampio respiro e di grande potenziale, l’autrice crea − sul filo della memoria e di un alluso sfondo di borgata e di guerra − un proprio originale universo narrativo, in bilico tra realtà e fantasia, dominato dai ragazzini. In Jimmy Lamericano, un testo dall’efficace montaggio, l’autore con tocco lieve e ironico, racconta una godibile storia segnata da un appassionato amore per il cinema che insieme inscena una singolare forma di resistenza al fascismo dell’autarchia».
Emanuela Canepa, cinquant’anni, romana, è laureata in Storia medievale specializzandosi poi in Paleografia e Diplomatica. Dal 2000 vive a Padova, dove lavora per il Sistema Bibliotecario dell’Università, occupandosi di ricerca bibliografica per la Facoltà di Psicologia. Ha frequentato a Rovigo la scuola di scrittura Palomar. Il Premio Calvino, dedicato alle opere prime inedite di narrativa, è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila. Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi.

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