La Nuova Sardegna

E per i ragazzi incontri, laboratori e tanti ospiti 

di Federico Spano
E per i ragazzi incontri, laboratori e tanti ospiti 

Tra gli autori in cartellone Lilith Moscon e Massimiliano Maiucchi. E poi il progetto “Libri sottosopra”

03 giugno 2017
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GAVOI. Il festival letterario di Gavoi avrà, come sempre, uno spazio dedicato ai ragazzi curato da Teresa Porcella con l’associazione “Scioglilibro” e il Centro regionale di documentazione biblioteche per ragazzi di Cagliari. In programma, come da tradizione, un ricco calendario di laboratori e di incontri, oltre a numerosi ospiti, tra cui Marianna Cappelli, Gianni Atzeni, Lilith Moscon, Francesco Chiacchio, Massimiliano Maiucchi, Alessandro D’Orazi e Giulia Canali. Non manca l’arte con “Libri sottosopra”. In pratica ogni storia ha il suo rovescio, ogni personaggio il suo antagonista, ogni immagine la sua ombra, e viceversa. Libri, storie, immagini per restare felicemente scombussolati e scoprire un mondo a testa in giù: una mostra bibliografica a cura del Centro di documentazione regionale biblioteche per ragazzi, della Città metropolitana di Cagliari e della Biblioteca metropolitana ragazzi.
Per restare sempre in tema di arte, due sono, come anticipato, le mostre che fanno da cornice agli appuntamenti letterari di questa edizione e che sono ospitate negli spazi rinnovati dell’ex caserma di Gavoi. La Casa delle Letterature di Roma e il Museo Man presentano la mostra “L’invenzione della Petra sarda”, che raccoglie una selezione di opere in gres realizzate dalla ceramista italo-americana Anne Franchetti corredate da alcune fotografie di Ileana Florescu e di Ottavio Celestino. Anne Franchetti ha innovato la ceramica sarda utilizzando argille mai sperimentate sino ad allora nella creazione di piatti e vasellame e miscelando, tra l’altro, ceneri della flora autoctona (ferula, eucalipto, lentisco, corbezzolo) per creare una straordinaria e unica gamma di smalti. Questo progetto è stato avviato alla fine degli anni Settanta con la costruzione, nei pressi della propria casa a Capo Ceraso, di un forno a legna per la cottura delle prime ceramiche. Un sogno che avrebbe successivamente trovato esito nella creazione, nel 1984, della società “Ceramiche di San Pantaleo” – in seguito generosamente donata a un collaboratore locale – da cui prenderà appunto vita il progetto “Petra sarda”. Il libro edito in occasione della mostra da Imago Multimedia – Anne Franchetti. Una sarda del Maine – contiene testi di Marcello Fois, Franco Masala, Edoardo Sassi, e fotografie di Ileana Florescu, Ottavio Celestino e Simon d’Exéa assieme ad un omaggio di Claudio Abate.
La seconda mostra che il Museo Man presenta al festival è quella di Luca Bertolo, intitolata “Se non qui dove”. Dopo i progetti di Alessandro Pessoli, Jennifer West e Jakub Julian Ziolkowski, quello di Luca Bertolo è il quarto appuntamento di un ciclo annuale di mostre personali teso a riflettere sui molteplici utilizzi e sulla possibile attualità della pittura, un medium da sempre dibattuto, andato incontro a costanti messe in discussione e a radicali trasformazioni, che negli ultimi anni ha riconquistato significativi spazi di indagine e visibilità all’interno del sistema dell’arte internazionale. Fulcro della mostra di Gavoi sono i tre quadri che occupano il centro delle prime tre sale del percorso espositivo, sostenuti da tradizionali cavalletti per la pittura. Realizzati tra il 2014 e il 2016, questi dipinti rompono il meccanismo simbolico della rappresentazione classica, raffigurando sul fronte ciò che solitamente si trova nel retro, vale a dire il telaio, il risvolto della tela fissato al legno del quadro.
Il percorso si sviluppa nei tre “signs” (che in inglese ha il doppio significato di segni e di cartelli) presentati nella quarta e ultima sala della mostra, una serie di lavori in cui i codici linguistici della pittura si sovrappongono ai meccanismi comunicativi dello spazio pubblico e nello specifico della cartellonistica. Completa la mostra il lavoro “Preghiera esistenzialista”, un semplice sonoro che riproduce alcuni brani tratti dal celebre documentario High School di Frederick Wiseman, in cui il ritmo e l’alternanza delle voci tra oratore e assemblea, tipici della preghiera nella tradizione cattolica, sono usati nel contesto di una lezione scolastica, ribaltando in questo modo i codici della comunicazione, in una dimensione sospesa tra sacro e profano. (r.c.)

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