La Nuova Sardegna

Il tartufo di Laconi conquisterà il mondo 

di Giovanni Fancello
Il tartufo di Laconi conquisterà il mondo 

Dal Sarcidano ai mercati internazionali. E domenica 18 la sagra

10 giugno 2017
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A Laconi domenica 18 giugno è programmata la sagra del tartufo locale. Qualcuno sgranerà gli occhi, il tartufo a Laconi? E sì. Il tartufo è quel tubero che fa impazzire molti appassionati e cresce anche nella nostra isola.

Basterebbe osservare la lingua dei Sardi per scovarne tracce d’origine latina: tùvara, tàvura, tùvera, tartufu, taituffu, tùvaru, tòvulu e betuleddu. I Romani lo conoscevano e lo usavano in cucina. Il cuoco Apicio, lascia consigli su come conservarlo e cucinarlo. I Latini lo compravano in Africa, ignorando che tra i boschi del Sarcidano, nel territorio di Laconi, Nurallao e Villanova Tulo, si nascondeva il prezioso oro nero.

«I tartufi si trovano in tutta la Sardegna, dove ci sono terreni calcarei con vegetazione di lecci, corbezzoli, querce e noccioli. E’ sempre stata praticata la loro raccolta, anche se diversi anni fa arrivavano cercatori del Nord Italia a depredare il territorio». Così racconta Marco Carta titolare dell’azienda “Isola dei Sapori” di Laconi che raccoglie, trasforma e vende il tartufo dei raccoglitori della zona.

L’Isola dei sapori è nata a sostegno dei tartufai locali e per la tutela degli acquirenti nel rispetto delle normative vigenti. «I nostri avi – continua Carta – lo chiamavano su craponazu, per la sua somiglianza ad un pezzo di carbone, ignorandone la preziosità. Le nostre varietà sono: Tartufo nero estivo (TuberAestivum), Tartufo Bianchetto (TuberBorchii), Tartufo nero pregiato invernale (Tuber Melanosporum), e altre ancora. La raccolta deve essere fatta con i cani che col loro raffinato olfatto, individuano il tartufo maturo e pronto al consumo. Vi è anche una raccolta improvvisata, mal fatta da persone munite di zappe che scavano e raccolgono sia i profumati tartufi maturi, sia quelli in fase di maturazione, insapori, e non ancora pronti al consumo, che, seppur scadenti, commercializzano come buoni».

«Dispiace - aggiunge la consigliera comunale di Laconi Simona Corongiu – che ad oggi non si sia ancora provveduto a normare la raccolta. E’ necessario individuare regole chiare e certe sia per i raccoglitori occasionali, sia per quelli professionali, anche per permettere una corretta convivenza tra uomo e natura. Speriamo che sia approvato presto il disegno di legge che giace in Consiglio Regionale, anche perché si tratta di salvaguardare opportunità lavorative».

Sarebbe un bel traguardo, per il tartufo del Sarcidano, avere una normativa chiara e precisa. Auspicabile sarebbe un marchio che tutelasse e definisse il prodotto. Del tartufo sardo, solo una minima parte viene consumata in Sardegna, dove è ricercato da cuochi come: Luigi Pomata, Roberto Petza e Cristiano Andreini, mentre il resto varca il mare, clandestinamente, per essere venduto come tartufo d’Alba o di Norcia. Evviva la sagra dunque per la gioia del palato, un pranzo a base di tartufo.

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