La Nuova Sardegna

Paolo Villaggio, un amore folle per Porto Rotondo

di Alessandro Pirina
Paolo Villaggio, un amore folle per Porto Rotondo

Il conte Luigi Donà dalle Rose: «Quante risate in piazzetta con lui e Ugo Tognazzi»

04 luglio 2017
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SASSARI. Chi ha conosciuto Paolo Villaggio tramite i suoi film si è forse fatto l’idea che lui pensasse alla Sardegna come a una punizione. «Io la faccio interdire, cacciare, massacrare, la faccio a pezzi, la metto in una valigia e la spedisco a Olbia», era una della minacce dei superiori subite dal ragionier Fantozzi. Ma anche lui, Paolo Villaggio, negli ultimi tempi si era lasciato andare a dichiarazioni poco carine nei confronti dell’isola. In una trasmissione Rai attribuì la scarsa natalità dei sardi agli accoppiamenti tra pastori e pecore. Eppure l’attore genovese è stato un grande amante della Sardegna, tra i primi a scoprirla quando ancora non era una mecca del turismo.

«La mia prima volta qui risale a 50 anni fa – raccontò nel 2009 a Porto Rotondo –. C'erano solo cormorani, pesci e un pontile. Poi Donà dalle Rose creò questo gioiello e ci ritrovavamo tutti qui. Gli Agnelli, la contessa Cicogna, la Marzotto». Villaggio, infatti, fu tra i pionieri di Porto Rotondo. Uno dei tantissimi attori che decise di prendere casa in questo scorcio di Gallura, a pochi chilometri dal jet set di Porto Cervo. «Paolo era sempre pronto alla battuta – lo ricorda il conte Luigi Donà dalle Rose, fondatore del borgo –. Il suo cervello non si fermava mai, era instancabile, continuava a creare di continuo. Amava giocare con le parole, sempre allegro. Erano così lui e Ugo Tognazzi. A quei tempi qui c’erano veramente tutti. Grazie a un passaparola a Porto Rotondo si ritrovava tutto il cinema italiano, e non solo. Il primo fu Philippe Leroy. Poi arrivarono Monica Vitti, Virna Lisi, Ira Furstenberg, Shirley Bassey. Durante l’inverno si incontravano e parlavano di questo posto meraviglioso e ogni anno l’elenco aumentava. A quel punto anche Paolo prese casa a Porto Rotondo. E con lui anche Tognazzi, Gassman, Walter Chiari, Morandi». Donà fa un tuffo indietro di più di 50 anni. «Era un’epoca unica. Al mattino questi artisti si ritrovavano in piazzetta. E facevano colazione, chiacchieravano, scherzavano e soprattutto ridevano». Negli anni Villaggio diradò le visite in Sardegna, giusto qualche capatina a Porto Rotondo. Come nel 2003 per la festa di Ferragosto a casa Donà con Mara Venier. O nel 2009 per la presentazione del suo libro in piazzetta San Marco. Più di una volta dichiarò che, con il passare degli anni, alla Sardegna preferiva la Corsica, più rispettosa della sua terra, e infatti prese casa a Bonifacio. «Un tempo da noi era un paradiso, c’erano solo ville – ammette il conte Donà –. Poi è arrivata la mafia che ha costruito palazzi interi e anche il vecchio e magico progetto di Porto Rotondo si è in parte dissolto».

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