La Nuova Sardegna

Rugby e amicizia, Alghero in un libro

di Andrea Massidda
Rugby e amicizia, Alghero in un libro

Il romanzo di Giorgio Terruzzi “Semplice” è ambientato nella città catalana

11 luglio 2017
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SASSARI. La storia al centro del romanzo è semplice, così come è semplice aiutarsi a vicenda quando ci si vuole bene. Anche per questo l’ultimo libro del giornalista Giorgio Terruzzi, appena pubblicato da Rizzoli e ambientato per buona parte ad Alghero, s’intitola proprio “Semplice”. Parla della profonda amicizia di un gruppo di bambini uniti dalla passione per il rugby. Bambini che diventano giovani e poi uomini, perdendosi per strada, salvo poi ritrovarsi insieme all’età di oltre quarant’anni e in Sardegna, «richiamati da una ferita che non si è mai fatta cicatrice». L’unico assente è Alex, il leader della vecchia squadra, che nel frattempo è morto tragicamente. E infatti quando il passato torna a presentare il conto in forma di convocazione, è come se l’affetto che li legava da giovani non si fosse mai spento. Senza svelare troppo di questo romanzo ispirato a fatti realmente accaduti, tutto si conclude sulla meravigliosa litoranea che dalla città sardo-catalana conduce a Bosa.

Per cogliere qualche aspetto importante del testo può essere utile ascoltare quello che l’attore Marco Paolini dice sul rugby durante un suo spettacolo: «È uno sport da gentlemen. Prima di tirare il pallone, indietro, al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista. Non puoi tiragli un pallone vigliacco che gli arriva assieme a due energumeni che gli fanno del male». Tutto vero, come conferma anche Terruzzi. «I verbi del rugby – dice – sono tre: sostenere, condividere e appartenere. E anche nella vita devi fare attenzione all’altro, soprattutto se sta dietro di te, se è un ultimo. Nel rugby tu sei parte di un gruppo – continua Terruzzi – e mentre sei in campo puoi subire un brutto colpo solo per favorire un tuo compagno, ma con la consapevolezza che lui farà altrettanto. Il fatto che la fatica restituisca qualcosa è un fondamento di questo sport. E la fatica restituisce sempre».

“Semplice”, però, non è un libro sulla palla ovale. È semmai un romanzo sui sentimenti forti che legano un gruppo. Terruzzi ci racconta gli inciampi e la forza di quello che si prova nell’adolescenza, e ci ricorda che c’è sempre tempo per riscoprire un’amicizia autentica, perché una squadra che ha lottato davvero non abbandona nessun compagno. Il rugby, insomma, in quanto sport di combattimento basato sulla gestione dell’aggressività e su un sistema di regole molto rigido, è certamente funzionale alla vicenda narrata. Niente di più.

Ma che tipo è Alex, cioè il personaggio ispirato a Massimiliano Capuzzoni, atleta di grande talento cresciuto nell’A.S. Rugby Milano, club nel quale entrò bambino nel 1981 prima di morire annegato nel mare di Taormina quando aveva appena 26 anni? «Massimiliano/Alex, che io ho avuto il piacere di conoscere personalmente – racconta Terruzzi – era un fenomeno, un leader naturale, simpatico, un bel faro illuminante. È morto presto, come gli eroi».

Alex è anche l’unico personaggio raccontato com’era nella vita reale. Le altre figure del libro (tra le quali Marco Paulotto, un ragazzo di origini sassaresi), sono tutte “vere” ma ognuna di loro mette assieme i tratti caratteriali di più persone. Nelle note di copertina c’è scritto che sembravano fratelli, che riuscivano a intendersi in un attimo, in un campo e fuori. Per questo erano meravigliosi, erano pericolosi. «Erano bravissimi ragazzi – chiarisce sorridendo l’autore del libro – ma anche molto goliardici: bastava un po’ d’alcol di troppo e la situazione poteva diventare pesante, erano vivaci». Infine Alghero. «È un posto molto dolce, molto gradevole – conclude Terruzzi – e poi ha un’importante pertinenza rugbistica. Ci vive una signora che ho citato nel libro: mi ha dato una grande mano. Io ho camminato tanto per capire la geografia della città e infatti i personaggi si muovono sempre in posti molto noti».



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