La Nuova Sardegna

Intrecci magici di Sardegna

di Maria Antonietta Cossu

Samugheo, al via “Tessingiu”: passato e presente della manifattura isolana

18 luglio 2017
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SAMUGHEO. A Samugheo passato e presente della manifattura sarda s’intrecciano con le vite di donne e uomini che ne hanno ordito, cesellato e forgiato la storia. “Tessingiu” la ripercorre attraverso una serie di rimandi alla tradizione e di riferimenti al gusto contemporaneo, in un’alternanza di iconografie classiche, motivi originali e allestimenti innovativi.

La narrazione ha preso le mosse dal Museo unico regionale dell’arte tessile e dall’ex cantina sociale, rispettivamente fulcro e propaggine della mostra regionale dell’artigianato tessile e artistico inaugurata domenica. In occasione del cinquantesimo anniversario della rassegna, nata per dare risalto alle eccellenze del Mandrolisai e divenuta poi vetrina della produzione manifatturiera di un’intera isola, è stata allestita un’ esposizione che alla pregiata fattura del campionario abbina l’importanza dei numeri legati alle collezioni delle creazioni tessili più antiche e alle produzioni contemporanee di maggior pregio, alla massiccia partecipazione degli artigiani e alla varietà delle branche del comparto rappresentate, fino alla superficie espositiva dedicata al patrimonio artistico ed etnografico della Sardegna. E da guinnes è anche il tappeto corale realizzato per celebrare le nozze d’ oro dell’evento ideato nel ‘67 dalla Pro loco, che oggi coadiuva il Comune e la direzione del Murats nell’ organizzazione. Il gioiello della tradizione e della tecnologia che occupa dodici metri di parete del museo è stato realizzato con la cospicua somma di denaro elargita dall’Aga Khan nel 2015 dopo aver visitato Tessingiu.

Il Comune ha investito la donazione in un progetto artistico di cui fanno parte anche il catalogo del Murats, il Video d’Artista sulle generazioni depositarie dell’ arte del saper fare e la collezione dedicata al principe ismailita. Questa nuova serie di manufatti, realizzati nelle botteghe artigiane di Samugheo, è composta da otto tappeti, otto coperte e una bisaccia che riprendono l’iconografia della produzione tipica della seconda metà del Novecento, l’anello di congiunzione tra passato e presente che al Murats mancava. Il tappeto corale è infine la sintesi della storia della manifattura locale che, attraverso le testimonianze delle tessitrici, ripercorre le origini, la filiera e le tecniche di lavorazione dei prodotti tessili. Il pannello interattivo è composto da strisce create al telaio dotate di dispositivi sensibili al tatto attraverso i quali si attivano i contributi audio-video di dodici tessitrici. Uno spaccato del patrimonio materiale e immateriale della Sardegna è esposto anche negli ambienti dell’ex cantina sociale, esempio di archeologia industriale che racconta di una tradizione vitivinicola un tempo molto florida e oggi alla ricerca di un rilancio. Nello stabile sono sistemati i campionari delle produzioni di 95 espositori locali e del resto dell’isola: arazzi, tappeti, coperte, oggetti in ceramica, capi di sartoria, complementi d’arredo in legno, ferro battuto, basalto e trachite e monili della tradizione orafa sarda.

A tenere a battesimo la cinquantesima edizione della mostra, presentata dal sindaco Antonello Demelas, dal direttore del Murats Baingio Cuccu, dal vicesindaco Maurizio Frongia e dal direttore artistico dell’allestimento Roberto Virdis, è stata la titolare dell’assessorato regionale all’Artigianato. Barbara Argiolas ha ribadito la sua idea di rilancio del settore manifatturiero «Bisogna mettere in connessione turisti e visitatori con le nostre produzioni più qualificate. Il mercato è cambiato, i nostri competitor non sono i vicini di casa come Mogoro o Aggius, ma Paesi come la Turchia e l’ Azerbaigian. Dunque con il vicino di casa è necessario fare alleanze, confrontarsi e trovare una strategia condivisa. Servono azioni strutturali e noi ci stiamo lavorando».

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