La Nuova Sardegna

In Baronia ad Irgoli il santuario nuragico di Janna’e Pruna

di Salvatore Tola
In Baronia ad Irgoli il santuario nuragico di Janna’e Pruna

IRGOLI. Dei tre paesi che, nella Baronia, si affacciano sull’argine di sinistra del Cedrino, Irgoli, collocato al centro, è il maggiore: con i suoi 2300 e passa abitanti supera Loculi e Onifai, che...

31 luglio 2017
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IRGOLI. Dei tre paesi che, nella Baronia, si affacciano sull’argine di sinistra del Cedrino, Irgoli, collocato al centro, è il maggiore: con i suoi 2300 e passa abitanti supera Loculi e Onifai, che sono entrambi lontani dai mille. È superiore anche per il territorio, più grande persino di quello di Galtellì, di cui è stato frazione fino al 1946. L’area, che si allarga in forma di ventaglio a nord dell’abitato, alterna colline e piccole valli che, rese fertili da corsi d’acqua e da sorgenti, hanno offerto dai primordi condizioni favorevoli all’agricoltura e all’allevamento. Per questo sono state rinvenute tracce di insediamenti delle diverse epoche, e raccolti reperti che sono esposti nell’Antiquarium ospitato dal 2005 nell’ex sede del Comune. I monumenti più importanti, di epoca nuragica, si trovano lungo la strada che si dirige a nord, verso la località di Norghio.

La strada è moderna, ma segue il tracciato dell’antico itinerario che collegava la vallata del Cedrino con quella del rio Siniscola. Anche questo può spiegare la presenza di un santuario che in epoca nuragica doveva essere importante e frequentato. Sorge nella località Janna’e Pruna, a dodici km dal paese, nei pressi del valico («janna», appunto) che i viandanti dovevano attraversare, a 590 m sul livello del mare, alle falde del monte Senes, che supera gli 860. Il complesso, messo in luce con campagne di scavo del 2001 e del 2003, ha al centro un edificio che, visto dall’alto, sembra un ferro di cavallo con i due «bracci» allungati; ed è come di consueto diviso in due parti: una, l’atrio, di forma rettangolare, separata da una porta – ancora con architrave – da quella più interna e riservata, di forma circolare.

Entrambi i locali conservano tracce dei sedili che correvano lungo le pareti, ad uso evidentemente di chi partecipava alle cerimonie; e il secondo ha in più al centro i resti di un focolare, che il visitatore può immaginare animato da un fuoco ritenuto sacro.

L’area intorno alla struttura è delimitata da un recinto «di rispetto», di forma trapezoidale, mentre a breve distanza resta il pavimento di un edificio che serviva probabilmente per chi doveva soggiornare nella località. Per farsi meglio l’idea di chi frequentava il santuario e delle cerimonie che vi si svolgevano si possono vedere i reperti che sono venuti alla luce: sono raccolti nelle vetrina numero 9, al primo piano dell’Antiquarium.

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