La Nuova Sardegna

Musica sulle Bocche, world music e jazz

di Andrea Musio
Musica sulle Bocche, world music e jazz

Anteprima del festival col concerto di Favata e Trilok Gurtu

18 agosto 2017
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LA MADDALENA. La world music incontra il jazz nell’anteprima di Musica sulle Bocche. In attesa del festival a Santa Teresa Gallura, dal 31 agosto al 3 settembre, il teatro dei Colmi alla Maddalena ha ospitato, ieri sera, la prima delle due date del consolidato trio composto da Enzo Favata, Marcello Peghin e Salvatore Maiore con una special guest d’eccezione: il percussionista indiano Trilok Gurtu. Si replica questa sera, a partire dalle 19, nella spiaggia dell'Argentiera per il concerto inserito nel cartellone de “I tramonti della Sardegna”.

Un incontro avvenuto a metà degli anni Ottanta quello tra il sassofonista algherese e l’innovativo percussionista originario di Bombay. «I primi contatti avvennero quando lui ancora suonava con gli Oregon - spiega Favata - Conoscevo il suo modo di suonare perché, tanta della musica che componevo e suonavo in quegli anni era influenzata da quel tipo di drumming e percussioni. Qualche anno più tardi iniziai un nuovo progetto e chiamai un batterista che si ispirava molto a Trilok Gurtu anche nella postura mentre suona, Federico Sanesi. La musica che iniziai a creare in quegli anni, era costruita su quel tipo di figurazioni ritmiche allora inusuali come 5/4, 9/8. Parlo di dischi come “Jana” o “Island” con le percussioni indiane e la musica costruita con quel mood e quell’idea. Finalmente quest’anno ci siamo incontrati e abbiamo deciso di fare un paio di concerti insieme. Una sorta di esperimento». Nel concerto di ieri, così come in quello di oggi, insieme al contrabbasso di Maiore e la chitarra di Peghin. «Dopo solo un’ora di prove, abbiamo avuto la sensazione di aver sempre suonato insieme, da tantissimi anni. I pezzi che abbiamo scelto, del resto, sono quelli che Trilok conosce, capisce ed interpreta subito».

Un’esperienza molto interessante anche per lo stesso Trilok Gurtu: «Una collaborazione unica nel suo genere perché riguarda la Sardegna che incontra l’India. La musica che abbiamo deciso di suonare attraversa diversi generi dalla world al jazz ma anche la musica etnica e il pop. Bello ma anche divertente. Spero tanto di prendere parte ancora, nel futuro ad un progetto come questo e sono impaziente di suonare stasera al tramonto. Consiglio a tutti di venire, non ve ne pentirete». Brani originali tratti dalla discografia di entrambi e nuove composizioni create ad hoc per le date in Sardegna. «Una parata di suoni e strumenti - prosegue Favata - come le percussioni e gli strumenti a fiato quali sassofoni soprani, il sopranino, diversi flauti, anche uno indiano, le benas o l’ultimo clarinetto preso in Giappone che ha un suono cosmico».

Intanto Musica sulle Bocche è alle porte e a meno di due settimane cresce l'attenzione. A fare da strumento di misura sono i social media. «Nella scorsa edizione il video e le visite sulla pagina facebook hanno raggiunto più di un milione e mezzo di persone. Lo stesso video è stato proiettato in tutti i miei ultimi tour. In primavera in Giappone e in Cina e qualche giorno fa quando ho suonato ad Astana, la capitale del Kazakistan, in occasione dell’Expò 2017 sul tema dell’energia futura. Sono tante le persone che hanno chiesto informazioni sui luoghi e molti, troppi, non conoscono l’esistenza della Sardegna. Nel peggiore dei casi ci confondono con la Sicilia. Noi, musicisti che abbiamo deciso di rimanere a vivere qui, anche se non veniamo riconosciuti come tali, siamo ambasciatori della nostra isola. Questo non basta perché la nostra terra avrebbe bisogno di una promozione più capillare. In quella situazione, nel nostro piccolo, abbiamo dato informazioni alle decine di tour operator presenti».

A riguardo, il direttore artistico di Musica sulle Bocche aggiunge: «Le varie esperienze in giro per il mondo faccio sempre in modo di riportarle in Sardegna e continuerò a farlo anche a marzo quando tornerò in Cina ed ancora prima quando in Iran uscirà il disco “Secret window” per la Hermes Records di Teheran. C’è un doppio filo tra il nostro festival e i tour. L’idea musicale, l’arte e la natura, un concept che si sviluppa non solo nelle composizioni, nei progetti e nei concerti ma nel progetto più grande del festival che fornisce un più ampio respiro».

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