La Nuova Sardegna

Al Sardinia film festival i veleni di Porto Torres e le sculture di Sciola

Alessandro Mirai e Fabian Volti filmano il disastro ambientale Emilio Bellu racconta il mondo dello scultore di San Sperate

20 agosto 2017
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VILLANOVA MONTELEONE. Due lavori di autori sardi ambientati nell’isola hanno rapito il pubblico nella seconda serata di proiezioni al Premio Villanova Monteleone per il documentario italiano. Il primo è “Born of stone” di Emilio Bellu, dedicato al complesso lavoro di Pinuccio Sciola e alla sua arte capace di far suonare le pietre. L’idea tanto semplice quanto geniale di far vibrare le pietre incise, scolpite, rese malleabili dall’artista di San Sperate. Sciola, scomparso un anno fa, è diventato celebre a livello internazionale esponendo le sue sculture sonore nelle più ambite mostre mondiali.

Grande attenzione è stata riservata a “R-Esistenze” di Alessandro Mirai e Fabian Volti, un lavoro girato a Porto Torres per raccontare i disastri provocati dall’inquinamento industriale in una “terra di mezzo” resa sempre meno vivibile. Il documentario è incentrato sulle storie di chi vive all’ombra dell’antico ponte romano e del più recente e meno affascinante cavalcavia che attraversa quella che un tempo era la rinomata spiaggia di Marinella. Ultimo lavoro proiettato è stato “The funeral” di Filippo Biagianti e Ruben Lagattolla, una testimonianza su come il sistema delle Caste in India possa arrivare a impedire il passaggio di un corteo funebre della casta Dalit, considerata inferiore e che subisce, secondo dati del 2014, un crimine ogni diciotto minuti. Durante la serata di ieri sono stati proiettati anche i teaser dei lavori di alcuni studenti dell'Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari che, guidati dal docente di regia Lorenzo Hendel, stanno documentando la situazione dei migranti ospiti della struttura Baja Sunajola di Lu bagnu, Castelsardo (SS). Tre troupe con stili e approcci differenti raccontano la convivenza dei richiedenti asilo con la comunità del centro anglonese.

La giornata di ieri si è chiusa alle 23 in piazza Generale Casula con il concerto acustico di Alessandro Azara Trio, un grande tributo alla figura indimenticabile di Rino Gaetano, considerata dagli organizzatori del festival «rivoluzionaria, un’icona simbolo della storia musicale italiana». Azara, accompagnato dal suo Trio Eventi Passati, ha appunto voluto dedicare questo concerto all’artista scomparso nel 1981, ma ancora tanto amato.

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