La Nuova Sardegna

Una notte a Palmavera: al nuraghe ecco Moretti

di Fabio Canessa
Una notte a Palmavera: al nuraghe ecco Moretti

Visita sotto le stelle: storia e musica, tra il pubblico il regista

25 agosto 2017
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ALGHERO. Camicia bordeaux, pantaloni chiari, scarpe marroni. Aiuta anche l’abbigliamento a togliere i dubbi sull’identità di quel volto così riconoscibile che cattura l’attenzione tra il pubblico, numeroso, arrivato al nuraghe Palmavera per la serata storico-musicale organizzata all’interno del festival “Dall’altra parte del mare”. È proprio lui, Nanni Moretti.

Mercoledì notte. C’è anche il noto attore e regista all’affascinante visita al nuraghe sotto le stelle. «Sono in vacanza qui ad Alghero, anche se riparto domani. E mi sembrava interessante partecipare» racconta Moretti che alla domanda sull’interesse per la storia della Sardegna preferisce non rispondere. O meglio lo fa alla sua maniera: «Non sono un esperto. Non mi faccia dire scemenze». Si ferma qui il tentativo di chiacchierata-intervista, dopo un «grazie» di quelli che invitano a non insistere. D’altronde come diceva nella famosa scena di “Palombella rossa”, uno dei passaggi più iconici del suo cinema, «le parole sono importanti». E Moretti non è là per parlare, tantomeno di nuraghi, ma per ascoltare la bella lezione dello storico Guido Clemente chiamato a raccontare il passato di Palmavera tra un brano e l’altro del chitarrista Roberto Diana. La presenza del regista e attore scatena certo la curiosità del pubblico, ben oltre cento visitatori, anche se molti algheresi ricordano di averlo già visto in altre occasioni mescolarsi tra la folla in qualche evento organizzato in città. D’altronde le vacanze algheresi di Moretti non sono una novità, passate non lontano proprio dal nuraghe Palmavera. In una villa tra il Lazzaretto e le Bombarde, dove ha girato anche una scena di uno dei suoi film più noti: “Aprile” che uscì nelle sale nel 1998 dopo la presentazione al festival di Cannes. Segue tutta la serata Nanni Moretti, dall’introduzione musicale al passaggio dentro la torre nuragica, alla parte finale che si sviluppa in quell’area circolare che era la capanna delle riunioni. E curiosità, senza saperlo, finisce per sedersi nello sgabello più importante, «quello che era riservato al capo della comunità» spiega Clemente.

Anche lo storico abita in zona, ancora più vicino. Ha una casa infatti nella campagna della borgata di Maristella e quel nuraghe lo avrà visto di passaggio sulla strada chissà quante volte. Proprio per l’occasione racconta di aver approfondito la sua conoscenza del sito, lui che è specializzato in storia romana e ha insegnato nelle università di Cagliari, Pisa, Scuola Normale Superiore, Firenze, oltre a essere stato visiting professor nelle Università di Gerusalemme, Columbia, Princeton, visiting fellow allo Institute for Advanced Study Princeton e al Wolfson College Oxford. Una carriera importante quella di Guido Clemente che si è occupato in numerosi saggi e libri di vari aspetti del mondo antico, dall’imperialismo romano alla tarda antichità. Tra le altre cose ha diretto la rivista “Storia e dossier” insieme con Jacques Le Goff, ed è stato a lungo preside della facoltà di Lettere a Firenze, assessore alla cultura del Comune della stessa città e direttore dell’istituto Italiano di cultura a San Paolo in Brasile. Nel coinvolgente racconto, lontano da un complicato linguaggio universitario e accessibile così a tutti, Guido Clemente tocca vari aspetti della storia del nuraghe Palmavera: da piccolo sito formato da alcuni nuclei familiari, a comunità di oltre un migliaio di persone: «Senza però - sottolinea lo storico - trasformarsi in complesso urbano, in una vera città, in quella che chiamiamo polis».

Storia, ma non solo. C’è la poesia della musica a completare la serata. Quella del chitarrista Roberto Diana, due volte nominato agli Independent Music Awards (accompagnato nell’ultima parte della sua esibizione dalla violinista Giulia Cartasegna). Instancabile viaggiatore, Diana è tornato in questo periodo in Sardegna per la promozione del suo nuovo album “Raighes vol. 2”. Tra i brani anche uno dal titolo “Nuraghes”, suonato all’interno della torre di Palmavera. Ad ascoltarlo anche il sindaco di Alghero Mario Bruno, a sottolineare il valore di promozione del territorio di iniziative come questa del festival organizzato dall’associazione Itinerandia e dalla Libreria Cyrano in collaborazione con la Fondazione Meta. E prossimamente sarà risolto uno dei problemi del sito, quello del parcheggio: «Abbiamo acquistato per questo - anticipa il sindaco - lo spazio attiguo al nuraghe».



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