La Nuova Sardegna

musica sulle bocche 

Virtuosismi e tante citazioni Wasiliewski strega il pubblico

di Andrea Musio
Virtuosismi e tante citazioni Wasiliewski strega il pubblico

SANTA TERESA DI GALLURA. Dalla musica tradizionale giapponese e cinese al jazz, passando per la sperimentazione. È stata all’insegna della varietà dei suoni, la seconda giornata del festival...

03 settembre 2017
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SANTA TERESA DI GALLURA. Dalla musica tradizionale giapponese e cinese al jazz, passando per la sperimentazione. È stata all’insegna della varietà dei suoni, la seconda giornata del festival internazionale Musica sulle Bocche. Tre performance e altrettanti stili, venerdì sera, con nomi altisonanti della scena jazz mondiale a partire dal gradito ritorno nell'isola di Marcin Wasiliewski. «Ho aspettato dieci anni – racconta il pianista polacco, visibilmente emozionato – e finalmente sono tornato con il mio progetto, a raccontare le mie storie». L'allora stella nascente del pianoforte jazz si esibì in Sardegna, sempre nell’ambito del festival diretto da Enzo Favata, come componente dell’eccezionale quartetto capitanato da Tomas Stanko. Un grande traguardo, un trio che porta il suo nome e un disco da promuovere che sta toccando, ripetutamente, le principali città del mondo. Un live incentrato sulle composizioni contenute nell’album “Spark of life”, pubblicato quasi tre anni fa dalla Ecm.

La cifra stilistica di Wasilewski è ben nota e messa in risalto nelle composizioni originali, così come nelle reinterpretazioni suonate dal vivo in piazza Santa Lucia, con una serie di tributi, presenti anche nel disco. Questo è il caso della toccante “Actual proof” di Herbie Hancock o della celebre “Sleep safe and warm” di Krysztof Komeda, presente nella colonna sonora del film di Polanski “Rosemary’s baby” e ancora, divagando sui generi, una commovente versione di “Message in a bottle” di Sting. Set riuscito anche per merito del contrabbassista Slawomir Kurkiewicz e il batterista Michal Miskiewicz, anch’essi cresciuti sotto l'ala protettrice di Stanko.

Uno show che ha tenuto col fiato sospeso, quello del trio guidato dal trombonista Filippo Vignato, in apertura di serata tra gli appuntamenti clou del cartellone allestito da Jana Project. Un concerto interamente dedicato alla promozione del disco “Plastic Breath”, registrato, e suonato insieme al tastierista francese Yannick Lestra e al batterista ungherese Attila Gyarfas. Un 2017 fortunato per il trombonista trentenne di Vicenza, premiato quest’anno come miglior nuovo talento del Top Jazz. Nervi a fior di pelle e una continua ricerca della melodia nel set di circa un’ora e mezzo in cui sono state ripercorse le varie tappe contenute nel suddetto cd. Un susseguirsi di contrasti tra ritmi e repentini cambi di tempo come un treno sempre pronto a deragliare per confondere, volutamente, l'ascoltatore e tenere alta la tensione. Fondamentale la presenza di Lestra ai tasti di una Fender Rhodes sapientemente sfruttata ai massimi della capacità tecnica, autore, inoltre, delle incursioni nell’elettronica.

Un risultato esaltante per un dialogo perfetto fra il jazz e la musica contemporanea, rock compreso. Titolo quantomai azzeccato per un “respiro plastico” che parte dal palco e coinvolge il pubblico della platea, attento e partecipe. Interessante e divertente il primo appuntamento di venerdì svoltosi sotto gli ulivi secolari del cortile del Santuario di Buoncammino. Di scena la musicista e compositrice giapponese Miki Imai. Concerto incentrato su brani tradizionali del Giappone e della Cina e suonati con strumenti originali dell'area orientale, il violino a due corde, Niko e l’arpa orientale, il Koto. Le condizioni meteo precarie hanno reso necessari alcuni cambiamenti di location, aggiornati in tempo reale sulle pagine social di Musica sulle Bocche.

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